San Lorenzo in Banale
Un’oasi di benessere naturale, ai piedi delle Dolomiti di Brenta
- Scoprire l'architettura del borgo
- Porta d’accesso al Parco Naturale Adamello Brenta
- Assaggiare la Ciuiga, presidio slow food
San Lorenzo in Banale è un borgo di montagna formato da sette antiche frazioni (le sette ville), che hanno conservato intatta la loro identità. Ogni contrada, infatti, ha la propria cappella, il proprio Santo e le proprie usanze, come tanti piccoli villaggi in un unico paese.
Il borgo è anche una delle porte del Parco Naturale Adamello Brenta: da qui partono strade e sentieri verso valli, alpeggi e laghi, come il vicino lago di Nembia. Se cerchi un luogo dove camminare con calma, assaggiare piatti legati alla terra e osservare la montagna da vicino, questo borgo è un buon punto da cui cominciare.
Per tutti questi motivi, San Lorenzo in Banale è stato riconosciuto come uno dei Borghi più Belli d’Italia,
Panoramica
San Lorenzo in Banale appartiene al comune di San Lorenzo Dorsino e si trova intorno ai 750–800 metri di altitudine. Il paese nasce dall’unione di sette "ville" storiche – Prato, Pergnano, Senaso, Dolaso, Prusa, Berghi e Glolo – che un tempo erano quasi piccoli mondi autonomi, con la loro chiesa, la loro piazzetta e le loro abitudini.
Passeggiando tra le contrade incontri case rurali giudicariesi, con grandi tetti, ballatoi in legno, aie e ralte per l’essiccazione del fieno. Alcune dimore, come Casa Moscati, Casa Martinoni sul Colle dei Frati e Casa Mazoleti a Prusa, raccontano una montagna laboriosa e concreta, dove ogni spazio aveva una funzione precisa. Le fontane in pietra, le scalinate, i vòlt che collegano cortili e vicoli creano un tessuto raccolto, che invita a camminare senza fretta.
San Lorenzo in Banale è anche una delle porte della Val d’Ambiez, valle che introduce al cuore delle Dolomiti di Brenta, oggi riconosciute come sito UNESCO. In pochi chilometri passi dal borgo alle pareti rocciose, dalle vie lastricate ai pascoli. Contemporaneamente resti vicino ad altri centri, come Comano Terme e Stenico con il suo castello: questo rende il paese un buon punto di partenza per esplorare l’area.
Dal punto di vista culturale, il borgo custodisce chiese affrescate, una casa del Parco dedicata alla memoria della civiltà contadina e una cucina che ha saputo trasformare ingredienti poveri in piatti di carattere. Tra questi spicca la ciuìga, salume a presidio Slow Food che ha segnato in modo forte l’identità gastronomica locale.
Cosa vedere
Le sette ville e le case rurali giudicariesi
Il modo più naturale per conoscere San Lorenzo in Banale è seguire i collegamenti tra le sue sette ville storiche. Antichi sentieri, oggi in parte trasformati in strade o percorsi pedonali, univano questi piccoli nuclei abitati. Camminando tra Prato, Pergnano, Senaso, Dolaso, Prusa, Berghi e Glolo ti accorgi che ogni frazione ha un carattere diverso, ma ovunque ritrovi alcuni elementi ricorrenti.
Le case giudicariesi si riconoscono per la struttura a più piani: al piano terra stalle e cantine, ai piani superiori fienili e depositi, nel sottotetto lo spazio per l’essiccazione, raggiungibile da una rampa in legno detta pont. Le travi in legno, i ballatoi e le grandi aie lastricate mostrano ancora l’organizzazione di un’economia basata su agricoltura e allevamento. Osservare questi dettagli ti aiuta a capire come il paesaggio umano e quello naturale siano cresciuti uno dentro l’altro.
Tra le ville, Dolaso colpisce spesso chi visita il borgo per la sua concentrazione di edifici ben conservati, corti interne e scorci raccolti. Se hai poco tempo, puoi dedicare una passeggiata a questo nucleo, per poi allargare la visita ad altre frazioni.
Casa Moscati, Casa Martinoni e Casa Mazoleti
Nel tessuto delle ville spiccano tre dimore rurali che raccontano, in modo chiaro, la cura con cui venivano pensate le case di montagna.
Casa Moscati, nella frazione di Berghi, appare compatta e solida. Qui la pietra è protagonista, con aperture misurate e dettagli che parlano di una famiglia che aveva un ruolo di rilievo nella comunità. Non è un palazzo nobiliare, ma una casa di lavoro ben strutturata, dove abitazione e attività agricole convivevano.
Casa Martinoni, in cima al Colle dei Frati, ha dimensioni che ricordano quasi un piccolo convento. Il volume ampio, le facciate lineari e la posizione leggermente isolata la rendono un punto di riferimento visivo nel borgo. Salire fin qui regala una visione d’insieme delle ville circostanti e del paesaggio montano intorno.
Casa Mazoleti, a Prusa, colpisce per il loggiato fiorito e per la meridiana conservata sulla facciata. Qui puoi leggere fisicamente l’organizzazione degli spazi: al piano terra cantine e stalle, sopra il fieno, in alto l’area di essiccazione. Piccoli dettagli – un portale inciso, una finestra incorniciata, la disposizione dei ballatoi – rivelano il legame tra funzionalità e senso estetico.
La chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano a Pergnano
A Pergnano trovi la chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco, edificio del Cinquecento che custodisce gli affreschi dei Baschenis, famiglia di pittori itineranti attivi in molte valli alpine. Entrando, ti accompagnano scene sacre dal tratto semplice ma intenso. L’Ultima Cena colpisce per la capacità di raccontare volti e gesti quotidiani, quasi familiari.
Questa chiesa è una testimonianza di come anche i borghi di montagna abbiano cercato linguaggi artistici per esprimere la propria fede e il proprio mondo.
Se hai apprezzato gli affreschi dei Baschenis, potresti fare tappa anche alla Chiesa di San Giorgio, nel centro abitato di Dorsino, la cui volta centrale è affrescata da Cristoforo II Baschenis.
La Casa del Parco
Nel centro del borgo trovi la Casa del Parco, ospitata in un edificio del Settecento restaurato. Gli interni sono allestiti per ricordare una abitazione contadina di un tempo: stanze piccole ma funzionali, oggetti della vita di ogni giorno, attrezzi di lavoro.
Qui hai l’occasione di vedere da vicino strumenti agricoli, stoviglie, tessuti, giochi, elementi che spesso conosci solo attraverso racconti. La casa ospita anche oggetti della collezione Widmann, legata alla storia locale. La visita non è lunga, ma aiuta a dare un volto concreto alle parole che incontri nelle descrizioni del borgo: fienile, stalla, aia, ralta trovano una forma reale.
La Casa del Parco è anche un punto di contatto con il Parco Naturale Adamello Brenta: qui puoi trovare informazioni, materiali e spesso proposte di escursioni o attività guidate.
Lago di Nembia e oasi naturale
A poca distanza da San Lorenzo in Banale, lungo la strada verso Molveno, si apre il lago di Nembia. È un piccolo specchio d’acqua, ma con una forte identità: rientra nell’area del Parco Adamello Brenta ed è stato valorizzato come Riserva Naturalistica WWF del laghetto di Nembia.
Un percorso ad anello di circa 3 chilometri, quasi pianeggiante, ti permette di camminare lungo le sue rive. Lungo il cammino trovi pannelli che raccontano flora e fauna della fascia prealpina: abeti rossi, faggi, pini silvestri, specie acquatiche, uccelli. Le acque sono limpide e, con un po’ di attenzione, puoi scorgere trota e salmerino che nuotano a pochi metri dalla riva.
L’area è adatta anche a chi ama muoversi in modo più sportivo: sono presenti piste ciclabili collegate, un noleggio bici, guide per uscite in mountain bike e percorsi per chi pratica running. Il lago, pur non essendo profondo, consente diverse attività acquatiche e la pesca, nel rispetto delle regole del parco.
Attività da fare
San Lorenzo in Banale e i suoi dintorni offrono attività adatte a chi cerca passeggiate tranquille, a chi ama la montagna in modo più attivo e a chi desidera prendersi del tempo lento.
Se ami camminare con calma puoi dedicare una giornata alla passeggiata tra le ville del borgo. Parti, per esempio, da Prato, segui la vecchia strada selciata di Cavada con i solchi lasciati dalle slitte, raggiungi Berghi e Casa Moscati, prosegui verso Pergnano per visitare la chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano, poi scendi a Senaso, dove ancora si mantiene viva la tradizione della affumicatura della ciuìga nell’antico caseificio. Puoi poi passare per Dolaso e rientrare a Prato con una deviazione verso Prusa e Glolo. Non è un percorso impegnativo, ma richiede scarpe adatte e un po’ di tempo.
Per chi viaggia in famiglia, il lago di Nembia offre un itinerario accessibile, con il circuito ad anello e vari punti in cui fermarsi. I bambini possono osservare pesci, leggere i pannelli, correre sui tratti più larghi del sentiero.
San Lorenzo in Banale è anche un buon punto di partenza per salire verso la Val d’Ambiez e gli itinerari del Parco Adamello Brenta. Puoi cercare percorsi di trekking di varia durata, scegliendo in base alla preparazione. Anche gli amanti della mountain bike trovano numerosi tracciati, con la possibilità di farsi accompagnare da guide locali.
Nel corso dell’anno il borgo ospita alcuni eventi che creano occasioni di incontro. L’appuntamento principale dell’anno è la Sagra della Ciuìga, prodotto tipico di San Lorenzo in Banale, che si tiene in autunno, negli ultimi fine settimana a cavallo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Da non perdere, da giugno a settembre, le esperienze di BrentAnima, per riscoprire i sensi e dare a corpo e anima nuova forza e energia, attraverso una serie di attività olistiche immersi nella natura del borgo, vero luogo di salute e benessere.
In inverno puoi usare San Lorenzo in Banale come base tranquilla per raggiungere gli impianti sciistici di Andalo o di Madonna di Campiglio, a distanza di auto gestibile in giornata, tornando poi in un contesto più raccolto.
Cosa mangiare a San Lorenzo in Banale
Il piatto tipico di San Lorenzo in Banale è la ciuìga. Si tratta di un insaccato a base di carne di suino insaporito da rape cotte e sminuzzate, oggi presidio Slow Food. La ricetta nasce nel tardo ‘800 quando un macellaio del paese, spinto dalla necessità riciclò gli scarti della carne addensandoli alle rape rosse.
Oggi la ricetta originale si è evoluta e la ciuìga viene preparata con carni di suino scelte e una modesta quantità di rape. Puoi gustarla cotta o cruda, magari in abbinamento al purè di patate e ai capusi (cavolo cappuccio) tagliati sottilissimi, che ne esaltano il sapore.
Come arrivare
San Lorenzo in Banale è raggiungibile combinando auto, mezzi pubblici e, per chi arriva da lontano, treno e aereo.
In auto, se percorri l’autostrada A22 del Brennero, le uscite più vicine sono Trento Nord e Trento Centro. Da qui prosegui seguendo le indicazioni per le Giudicarie e Comano Terme, quindi per San Lorenzo in Banale / San Lorenzo Dorsino. La strada è asfaltata e ben segnalata, ma presenta tratti curvilinei tipici delle vallate alpine; conviene non avere fretta e prendersi il tempo necessario.
In treno, le stazioni di riferimento sono Trento e Mezzocorona. Da Trento puoi proseguire con autobus di linea in direzione Comano Terme – San Lorenzo in Banale, verificando in anticipo gli orari, che possono variare tra stagione estiva e invernale.
Se arrivi in aereo, l’aeroporto più utilizzato è Verona. Da lì puoi raggiungere Trento in treno o in auto e poi proseguire verso il borgo. In alternativa puoi valutare gli aeroporti di Bergamo Orio al Serio o Venezia, considerando però tempi di transfer più lunghi.
Per chi già soggiorna nelle valli vicine, San Lorenzo in Banale si raggiunge facilmente in auto anche da Molveno, Comano Terme e Stenico, seguendo le strade provinciali che collegano questi centri.
Altre informazioni pratiche
Il centro di San Lorenzo in Banale offre i servizi essenziali: strutture ricettive di dimensioni contenute, ristoranti e agriturismi dove assaggiare la cucina locale – con la ciuìga spesso protagonista – piccoli esercizi commerciali e la sede della Pro Loco, utile per reperire mappe, informazioni su eventi, escursioni e visite guidate.
Il clima è quello di una zona prealpina di media quota: in estate le giornate sono in genere miti, con serate fresche che invitano a portare sempre con te una felpa o una giacca leggera. Primavera e autunno alternano giornate limpide ad altre più instabili, mentre in inverno non mancano periodi freddi, con possibili nevicate. Organizza l’abbigliamento a strati, pensando anche al tipo di attività che vuoi svolgere.
Dal punto di vista dell’accessibilità, il cuore storico presenta vicoli, scalini e pavimentazioni in pietra che possono risultare impegnativi per chi ha difficoltà motorie. Tuttavia, alcuni tratti del paese e l’area del lago di Nembia offrono percorsi più regolari. Prima di metterti in cammino può essere utile chiedere informazioni aggiornate presso gli uffici turistici, soprattutto se viaggi con passeggini o ausili.
Per quanto riguarda la mobilità, è consigliabile verificare dove sono collocati i parcheggi e lasciare l’auto ai margini del centro storico, per poi muoverti a piedi tra le ville. Se prevedi di usare i mezzi pubblici, controlla gli orari dei bus specialmente nei giorni festivi.