I minatori: l’anima profonda della montagna
A partire dal XIV secolo, e con un picco tra XV e XVI secolo, la valle accolse una seconda ondata: i minatori, detti “canòpi” (dal tedesco Knappen, in mòcheno "Knòpp", “knòppn”), specializzati nell’estrazione di rame, zinco, piombo e argento.
Questi uomini provenivano da regioni germaniche con esperienza mineraria e si inserirono in un’economia complessa che comprendeva estrazione, trasporto del legname per i forni di fusione e costruzione di infrastrutture.
Le miniere della Valle dei Mòcheni, con concessioni formali già dal 1330, modificarono il paesaggio e la vita sociale: mentre i coloni lavoravano la terra in superficie, i minatori scavavano gallerie, creando un mondo sotterraneo parallelo. Sebbene spesso “a parte” rispetto alle comunità contadine, i canòpi lasciarono un’impronta duratura.
Quando l’attività mineraria calò a causa dell’esaurimento dei giacimenti o dei costi di estrazione, restarono tracce nelle gallerie, nei sentieri e nei musei locali, come la Miniera dell’Erdemolo.