L’autunno, la miniera, la fine
Poi arriva l’autunno.
Grigia gli dice che tutto deve finire. Intanto, anche l’impresa mineraria fallisce.
C’è tempo per un ultimo incontro, in una miniera abbandonata trasformata in alcòva. Lì il marito della donna sorprende i due amanti.
Lei riesce a salvarsi. Homo no. Resta immobile, intrappolato nella profondità della terra, della pietra, della miniera, come se accettasse che quel destino facesse parte dell’ordine naturale della valle, di quella forza antica che lo ha accolto e, infine, inghiottito.
Il ritorno di Musil
Musil invece si salva.
Dopo i mesi trascorsi in Valle dei Mòcheni, passa per l’Isonzo e Vienna, poi approda a Bolzano, dove ritrova la moglie Martha.
Nel 1916 diventa direttore del Tiroler Soldaten-Zeitung, il bollettino delle truppe, e continua a scrivere articoli patriottici.
Solo più tardi, nel monumentale L’uomo senza qualità, il suo disincanto verso la guerra e il crollo dell’Impero troveranno piena voce.
Ma Grigia rimarrà per sempre un ritratto straordinariamente vibrante, intenso, suggestivo, della Valle dei Mòcheni, della sua natura, della sua gente.
Una valle che, allora come oggi, continua a restituire silenzio, mistero e rivelazione.