Il Drago Alato di Vaia

L’opera di Martalar è rinata dalle sue stesse ceneri

Quando arriva la tempesta puoi solo aspettare che finisca. Poi puoi scegliere come reagire. Marco Martalar, artista del legno di fama mondiale, reagì, creando un’opera indimenticabile, il Drago di Magré. 

Ciò che la Tempesta Vaia distrusse nell’ottobre 2018 venne, infatti, fatto rivivere dalla sua arte. Dall’incontro con il suo ingegno, sapienza ed empatia di cuore, la Natura rinacque con bellezza e fierezza.

Quel Drago, simbolo di rinascita e speranza, era stato spazzato via nell'estate 2023 da mani umane, che lo hanno incendiato, bruciato, lasciando solo cenere e ferite. Dalle ceneri del Drago di Vaia Marco Martalar ha ridato forma e vita alla nuova opera, ancora più maestosa e ricca di suggestioni.

Una ricostruzione possibile grazie alla numerosa partecipazione alla raccolta fondi. Il nuovo Drago fa sempre parte del progetto Lavarone Green Land, e simboleggiaforse ancora più del precedente la resilienza e la volontà di ricominciare..

Drago alato Vaia: tutto quello che devi sapere per la visita

Il Drago

Il Drago Alato di Magré si trovava nella frazione del comune di Lavarone, nell'Alpe Cimbra. Si trattava del Drago in legno più grande del mondo. Mesi di lavoro, 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti.

Un Drago che superava i 6 metri di altezza e i 7 di lunghezza che sembrava uscito dai migliori film fantasy di tutti i tempi. Un’opera la cui straordinarietà stava anche nella sua caducità. Realizzato con un legno non trattato, destinato a scomparire piano piano nel tempo, sotto la forza della neve e del vento. Un Drago che, però, è scomparso prima di quanto si potesse pensare.

Drago alato Vaia: tutto quello che devi sapere per la visita

Drago Vaia Regeneration

Dalle ceneri del Drago Vaia è rinata una nuova opera, sempre maestosa e ancora più ricca di significato, e che porta il nome di Drago Vaia Regeneration.
Con le sue 6 tonnellate di legno carbonizzato 16 metri di lunghezza e 7 in altezza è la scultura di drago in legno più grande al mondo.

Realizzato con le radici della tempesta Vaia, porta con sé la memoria di quello che è successo al suo predecessore. I pezzi di legno sono totalmente carbonizzati, volutamente bruciati dall'artista Martalar che, uniti ai resti dell'incendio, ricompongono la nuova opera.

Questo nuovo Drago non è solo un guardiano a monito del rapporto tra essere umano e natura, ma è un custode di memoria, di storie, un simbolo di rinascita e resilienza dove noi esseri umani dovremmo restare sempre umili davanti a madre natura.

Foresta dell'Eremo

Vaia

Il 29 ottobre del 2018 un vento uragano che ha superato in Trentino i 200 km/h ha ferito le nostre montagne. Un evento meteorologico estremo proveniente dall’Atlantico ha schiantato milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine.

La tempesta porta il nome di Vaia Jakobs, manager di una multinazionale tedesca. Il suo nome si è reso immortale dopo che suo fratello Skouras, nel 2017, per farle un regalo originale di Natale, lo regalò all’Istituto di Meterologia dell’Università di Berlino per poterlo assegnare in modo casuale a uno specifico evento.

Un gesto d’amore finito, ai dadi, sul tavolo sbagliato. Perché Vaia è un nome di pace e non di guerra, è quello delle foglie di palma che la folla agitò per accogliere il ritorno di Gesù a Gerusalemme, quello della Domenica delle palme.

Drago alato Vaia: tutto quello che devi sapere per la visita

Marco

Nel 2020, a Mezzaselva di Roana sull’Altopiano dei Sette Comuni, dove vive, Marco Martalar raccolse 1.500 pezzi di alberi spezzati e radici sfibrate da Vaia e creò il Leone Alato di Vaia. Il Leone Alato più grande del mondo, alto tre metri e lungo 4,5, simbolo del coraggio e della forza della vita della gente di montagna.

Esattamente un anno dopo, a Magré, sull’Altopiano di Lavarone, Marco si rimise al lavoro per dare ancora una volta il suo segno di incoraggiamento, sostegno e vicinanza a un’altra montagna che stava faticosamente rinascendo. E diede vita a un’opera maestosa, simbolo di resilienza e di coraggio. Un Drago, simbolo di fertilità e protezione dagli eventi più avversi, Alato.

Lo scultore Marco Martalar ha dato vita anche ad altre opere, tutte in legno recuperato dalla tempesta: il Cervo di Vaia sull’Alpe Cimbra, a cui ha fatto seguito la grande Lupa del Lagorai e l'Aquila di Vaia.

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Come arrivare al drago alato Vaia

Puoi raggiungere il drago alato Vaia solo a piedi, partendo da diverse frazioni di Lavarone. La strada che porta a Magrè non è aperta al traffico turistico, per tutelare il piccolo abitato e l’ambiente circostante.

 

Punti di partenza e parcheggi

I parcheggi principali si trovano nelle frazioni di Gionghi, Bertoldi, Cappella/Parco Palù e nella zona di Cost verso Luserna. Da qui iniziano i vari percorsi segnalati con i cartelli del Sentiero del Drago o le indicazioni Lavarone Green Land.

  • Da Gionghi: dal parcheggio vicino al municipio percorri la strada pedonale dietro la Croce Rossa, attraversi la statale e segui le indicazioni per il centro storico. Nei pressi della piazza parte il sentiero sterrato per Magrè. Il tempo di salita è di circa 45–60 minuti, con pendenza dolce nel bosco.
  • Da Bertoldi: puoi salire a piedi verso Slaghenaufi e Tana Incantata, quindi seguire le indicazioni per Magrè e il Sentiero del Drago. In alternativa utilizzi la seggiovia Tablat, che porta in quota in circa 10 minuti; da lì il percorso fino al drago è breve e pianeggiante.
  • Da Cappella – Parco Palù: ti avvii verso Longhi, poi segui i cartelli per Lavarone Trekking e Magrè. È un itinerario adatto anche a famiglie abituate a camminare.
  • Da Cost: il parcheggio lungo la strada verso Luserna permette di accorciare il dislivello. Da qui raggiungi il drago in circa mezz’ora di cammino nel bosco.

Le tempistiche possono variare in base al passo e alle condizioni del terreno. In inverno sono consigliati scarponcini caldi, eventualmente ciaspole o ramponcini, perché la zona rimane spesso innevata.

Drago alato Vaia: tutto quello che devi sapere per la visita

Il Sentiero del Drago: un percorso per grandi e bambini

Attorno al drago alato Vaia si sviluppa un vero e proprio sentiero tematico, pensato in particolare per famiglie ma interessante anche per chi ama camminare con un filo narrativo.

Il Sentiero del Drago si snoda sul pianoro del Tablat per circa 2,5 km, con un percorso ad anello quasi sempre in lieve saliscendi. Lungo il cammino incontri una decina di tappe, tra installazioni in legno, pannelli e piccole attività all’aperto. Alcuni esempi sono la Grotta del Drago, Madre Natura, i Profumi del Bosco e i Suoni del Bosco.

Per i bambini è disponibile il giocalibro del Drago Vaia, acquistabile all’APT di Gionghi o alla partenza della seggiovia Tablat. Il libretto propone giochi, indovinelli e spunti per leggere le installazioni. Anche gli adulti possono usarlo come traccia per osservare il bosco con maggiore attenzione.

Sul percorso trovi anche altre opere di land art collegate al progetto Lavarone Green Land, come La Frau, grande figura lignea che richiama Madre Natura. La presenza di panchine e radure invita a fermarti, fare una merenda e guardare il paesaggio con calma, senza fretta.

Consigli pratici e idee per proseguire la giornata

Raggiungere il drago alato Vaia richiede un impegno alla portata di molti, ma è pur sempre un’escursione in ambiente di montagna. Alcune attenzioni rendono l’esperienza più serena.

Porta con te scarpe da trekking con buona suola, soprattutto se scegli i sentieri nel bosco da Gionghi o da Cost. In estate è utile avere acqua, cappello e una giacca leggera per i cambi di tempo improvvisi. In inverno bastoncini e calzature adatte alla neve danno più stabilità.

Ricorda anche di:

  • rispettare i divieti di accesso in auto verso Magrè;
  • restare sui sentieri segnalati senza tagliare per i prati privati;
  • riportare a valle i rifiuti, compresi fazzoletti e piccoli involucri.

Una volta salutato il drago, puoi proseguire la giornata esplorando altre realtà dell’Alpe Cimbra:

  • il Parco Palù a Cappella, con giochi e aree verdi per i più piccoli;
  • il Lago di Lavarone, dove puoi passeggiare lungo le rive o fermarti sulle terrazze panoramiche;
  • i forti della Prima guerra mondiale, come Forte Belvedere, che raccontano la storia degli altipiani.

In questo modo la visita al Drago Vaia Regeneration diventa parte di un itinerario più ampio, fatto di cammini, soste tranquille e scorci sull’altopiano che cambiano con le stagioni.

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Pubblicato il 04/12/2025