Il Drago Alato di Vaia

L’opera di Martalar, che non protegge più la montagna offesa

Quando arriva la tempesta puoi solo aspettare che finisca. Poi puoi scegliere come reagire. Marco Martalar, artista del legno di fama mondiale, reagì, creando un’opera indimenticabile, il Drago di Magré. 

Ciò che la Tempesta Vaia distrusse nell’ottobre 2018 venne, infatti, fatto rivivere dalla sua arte. Dall’incontro con il suo ingegno, sapienza ed empatia di cuore, la Natura rinacque con bellezza e fierezza.

Quel Drago, simbolo di rinascita e speranza, non c’è più. Spazzato via nell'estate 2023 da mani umane, che lo hanno incendiato, bruciato, lasciando solo cenere e ferite. La primavera del 2024 però rivedrà la rinascita del Drago di Vaia; prenderà infatti forma la nuova opera che rinascerà dalle ceneri. Un' opera che sarà ancora più maestosa e ricca di suggestioni.

Il Drago di Vaia sull'Alpe Cimbra

Il Drago

Il Drago Alato di Magré si trovava nella frazione del comune di Lavarone, nell'Alpe Cimbra. Si trattava del Drago in legno più grande del mondo. Mesi di lavoro, 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti.

Un Drago che superava i 6 metri di altezza e i 7 di lunghezza che sembrava uscito dai migliori film fantasy di tutti i tempi. Un’opera la cui straordinarietà stava anche nella sua caducità. Realizzato con un legno non trattato, destinato a scomparire piano piano nel tempo, sotto la forza della neve e del vento. Un Drago che, però, è scomparso prima di quanto si potesse pensare.

Lo scultore Marco Martalar ha dato vita anche ad altre opere, tutte in legno recuperato dalla tempesta: il Cervo di Vaia sull’Alpe Cimbra, a cui ha fatto seguito la grande Lupa del Lagorai e l'Aquila di Vaia.

Foresta dell'Eremo

Vaia

Il 29 ottobre del 2018 un vento uragano che ha superato in Trentino i 200 km/h ha ferito le nostre montagne. Un evento meteorologico estremo proveniente dall’Atlantico ha schiantato milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine.

La tempesta porta il nome di Vaia Jakobs, manager di una multinazionale tedesca. Il suo nome si è reso immortale dopo che suo fratello Skouras, nel 2017, per farle un regalo originale di Natale, lo regalò all’Istituto di Meterologia dell’Università di Berlino per poterlo assegnare in modo casuale a uno specifico evento.

Un gesto d’amore finito, ai dadi, sul tavolo sbagliato. Perché Vaia è un nome di pace e non di guerra, è quello delle foglie di palma che la folla agitò per accogliere il ritorno di Gesù a Gerusalemme, quello della Domenica delle palme.

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Il Drago di Vaia sull'Alpe Cimbra

Marco

Nel 2020, a Mezzaselva di Roana sull’Altopiano dei Sette Comuni, dove vive, Marco Martalar raccolse 1.500 pezzi di alberi spezzati e radici sfibrate da Vaia e creò il Leone Alato di Vaia. Il Leone Alato più grande del mondo, alto tre metri e lungo 4,5, simbolo del coraggio e della forza della vita della gente di montagna.

Esattamente un anno dopo, a Magré, sull’Altopiano di Lavarone, Marco si rimise al lavoro per dare ancora una volta il suo segno di incoraggiamento, sostegno e vicinanza a un’altra montagna che stava faticosamente rinascendo. E diede vita a un’opera maestosa, simbolo di resilienza e di coraggio. Un Drago, simbolo di fertilità e protezione dagli eventi più avversi, Alato.

Alpe Cimbra - Sentiero dell'Immaginario

Lavarone Green Land

Il Drago di Vaia è stato il primo passo di Lavarone Green Land, un progetto più ampio intrapreso dal Comune di Lavarone per la valorizzazione di 4 percorsi tematici:

  • il Sentiero delle leggende: Avi, l’Avez del Prinzep e il drago Vaia;
  • il Sentiero delle sorgenti, alla ricerca dell’acqua el vacarot;
  • il Sentiero 4 salti nel bosco, Avi l’esploratore e gli animali;
  • il Sentiero del respiro degli alberi.

Il progetto è pensato soprattutto per coinvolgere le famiglie che, attraverso, fiabe e leggende vuole trasmettere l’amore per la natura, il territorio, la montagna.

Legno del Trentino

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Pubblicato il 17/01/2024