Lupa del Lagorai: arte di legno che racconta la montagna

Scolpita dal lavoro umano e dal vento, la lupa osserva silenziosa la Valsugana dall’alto di Vetriolo

La Lupa del Lagorai è molto più di una scultura di legno: è un incontro diretto con una montagna che cambia, con i suoi segni e le sue rinascite. In pochi minuti di cammino da Vetriolo Terme ti trovi davanti a una figura alta sei metri, costruita con oltre 2.000 frammenti di alberi abbattuti dalla tempesta Vaia.

Una presenza forte, che sembra vegliare sulla Valsugana e sui laghi di Levico e Caldonazzo.

La strada forestale che porta alla scultura attraversa un’area dove il bosco appare ancora ferito: tronchi spezzati, radici, spazi aperti dove un tempo c’erano solo abeti. Proprio qui l’artista Marco Martalar ha scelto di dare una nuova forma a quel legno, trasformando il segno di una distruzione in un racconto di rinascita.

Se ami le passeggiate tranquille, i paesaggi di media montagna e l’arte che dialoga con l’ambiente, questa esperienza può parlarti in modo diretto. È una meta semplice da raggiungere, che si presta sia a una breve uscita pomeridiana sia a una giornata intera da abbinare ad altre escursioni nella zona.

Lupa Lagorai | © Dejan Bilic - Apt Valsugana

Che cos’è la Lupa del Lagorai

La Lupa del Lagorai è un’opera di land art realizzata dall’artista veneto Marco Martalar al Pian della Casara, sopra Vetriolo Terme, nel comune di Levico Terme.

Alta circa sei metri, è composta da più di 2000 pezzi di legno recuperati nella zona, soprattutto radici e scarti lasciati a terra dopo il passaggio della tempesta Vaia. Non sono stati usati oli o vernici: il legno è lasciato libero di cambiare aspetto con il tempo, sotto sole, pioggia e neve.

La postura della lupa, con il muso rivolto verso il cielo, richiama un ululato che sembra risuonare sulla valle, un richiamo a osservare meglio ciò che succede intorno a noi.

In questo punto il segno di Vaia è ben visibile: proprio per questo l’opera diventa un invito a riflettere su come la montagna reagisce, si rigenera, si riapre alla vita attraverso nuovi equilibri.

Qualche dettaglio essenziale:

  • Altezza: circa 6 metri
  • Materiale: legno locale non trattato
  • Tecnica: assemblaggio di radici, rami, tavole e scarti di Vaia
  • Posizione: bordo di una radura, lungo la strada forestale verso Panarotta
Foresta dell'Eremo

Un’opera che parla di Vaia e di rinascita

La Lupa del Lagorai è stata costruita sul posto, a circa 1.600 metri di quota, in due mesi di lavoro. Tutto il materiale proviene dalla zona: legno a “metri zero”, come sottolinea lo stesso artista. Radici che un tempo ancoravano gli alberi al suolo ora si alzano verso il cielo, assemblate in una forma nuova.

In questo modo la scultura diventa un segno visibile di come un bosco colpito da una tempesta possa generare nuove storie. Non cancella ciò che è successo, ma lo rende parte di un racconto più ampio.

Accanto ai resti degli alberi abbattuti, negli ultimi anni sono stati piantati nuovi alberi e arbusti: faggi, betulle, larici e specie erbacee che aiutano il terreno a consolidarsi. Il paesaggio che vedi oggi è in movimento: tronchi secchi, giovani piantine, cespugli che prendono spazio.

Osservando la lupa contro il profilo della valle, puoi cogliere questo passaggio: dal bosco fitto a un ambiente più aperto, dove la luce entra in modo diverso e la montagna cerca un nuovo equilibrio.

Come arrivare alla Lupa del Lagorai

Da Levico Terme a Vetriolo

Per raggiungere la Lupa del Lagorai ci si sposta prima in auto (o con bus dedicati nei periodi invernali) verso Vetriolo Terme, località in quota sopra Levico Terme.

La strada sale in circa mezz’ora dalla valle, con curve regolari e scorci sulla Valsugana. In inverno, a seconda delle condizioni, può essere necessario prestare attenzione alla presenza di neve o ghiaccio.

Il parcheggio e l’inizio della passeggiata

Punto di riferimento principale è il parcheggio presso Nif: Alpine Taste (ex Maso Vetriolo Vecchio), vicino alla piattaforma di lancio dei parapendii. Qui puoi lasciare l’auto e iniziare la breve camminata.

Subito dopo il locale segui la stradina che sale nel bosco, indicata con le tabelle per Lupa del Lagorai e per Malga Masi. Il tracciato coincide con una comoda strada forestale, ampia e facile da seguire.

Il sentiero: tempi e caratteristiche

Dal parcheggio alla scultura calcola:

  • Distanza: circa 1 km
  • Tempo di percorrenza: 15–20 minuti
  • Dislivello: poco più di 100 metri

La salita è costante ma regolare, adatta anche a chi non è abituato a camminare in montagna, purché con calzature adatte e un po’ di attenzione. In estate è consigliabile portare acqua, perché lungo il breve tragitto non ci sono fontane.

Durante il percorso attraversi un’area segnata dalla tempesta Vaia: tronchi, ceppaie, radici sollevate. È un tratto che fa capire subito il contesto in cui è nata l’opera.

Consigli pratici per la visita

Anche se la passeggiata è breve, qualche accorgimento rende l’esperienza più piacevole.

  • Orari migliori: mattina presto o tardo pomeriggio, quando la luce è più morbida e l’afflusso di persone spesso minore.
  • Stagioni: la scultura è visitabile tutto l’anno, compatibilmente con le condizioni della strada e della neve. In inverno è possibile trovare tratti ghiacciati o innevati sia in auto sia a piedi.
  • Abbigliamento: scarpe con buona suola, giacca antivento, strati leggeri anche in estate, perché a 1600 metri la temperatura può cambiare in fretta.
  • Rispetto dei luoghi: resta sui sentieri segnati, non salire sulla scultura, porta via con te eventuali rifiuti. Sono gesti semplici che aiutano a mantenere questo spazio accogliente.

Ricorda che il legno non è trattato: la Lupa del Lagorai è destinata a cambiare nel tempo, a consumarsi e, un giorno, a scomparire. Anche questo fa parte del messaggio dell’opera, che accetta il passare delle stagioni come parte del suo stesso ciclo.

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Pubblicato il 04/12/2025