Aquila Vaia: guida per scoprire la grande aquila di Marcesina
Simbolo di rinascita nella piana di Marcesina, tra arte, boschi e silenzio
L’Aquila Vaia è una grande scultura in legno che si trova nella piana di Marcesina, nel comune di Grigno. È la più grande aquila in legno d’Europa: un’opera che non punta solo a stupire per dimensioni, ma che porta con sé una storia precisa. Nasce infatti dal legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia del 2018, quei boschi che qui hanno cambiato volto in poco tempo.
Quando ti avvicini all’aquila, senti che non stai guardando solo una scultura. È come se quel legno recuperato, fatto di radici spezzate, tavole e rami, raccontasse in silenzio ciò che è successo. L’aquila, con le ali spalancate e lo sguardo rivolto verso i versanti colpiti, sembra ricordare che la natura può ferire ma anche ripartire.
Questo articolo ti aiuta a conoscere meglio l’Aquila Vaia e il territorio che la circonda. Troverai informazioni pratiche su come raggiungerla, i percorsi a piedi più semplici, qualche idea per un trekking più lungo e alcuni suggerimenti per vivere la piana di Marcesina con calma e rispetto.
Se cerchi un luogo dove arte e paesaggio dialogano in modo essenziale, dove puoi camminare in silenzio e fermarti a guardare, l’Aquila Vaia può diventare una tappa importante del tuo viaggio.
L’Aquila Vaia: dimensioni, materiali e significato
Un’opera monumentale di legno recuperato
L’Aquila Vaia di Marcesina è una scultura in legno alta circa 6,5–7 metri, lunga 5 metri e dal peso di oltre 1.600 chilogrammi. È considerata la più grande aquila in legno d’Europa.
Per costruirla sono stati usati:
- circa 100 metri di tavole e murali in larice;
- 1500 pezzi di radici e legname raccolto a chilometro zero nel raggio di un chilometro;
- 1800 viti per tenere insieme le varie parti.
Il legno non è trattato: questo significa che l’opera è destinata a trasformarsi e, con il tempo, a consumarsi. Anche questo fa parte del progetto, in linea con la filosofia della land art, che accetta la lenta azione degli agenti naturali.
Dove si trova esattamente
L’aquila è posata su una piccola altura del Monte Cucco (1387 m), accanto al Rifugio Barricata, nella piana di Marcesina. Dal parcheggio sotto il rifugio la vedi già stagliarsi sul dosso, con le ali aperte verso la piana e le montagne sullo sfondo.
La posizione non è casuale: dal punto in cui si trova, lo sguardo dell’aquila va proprio in direzione dei boschi colpiti da Vaia.
Il significato simbolico dell’opera
L’Aquila Vaia è stata voluta dal Comune di Grigno come memoria condivisa della grande tempesta che ha abbattuto intere superfici forestali nella piana di Marcesina. Non è un monumento rigido: è fatta con il legno di quegli stessi alberi, riportato in vita in una forma diversa.
L’aquila richiama:
- la forza della natura, che può essere sia generosa che distruttiva;
- la libertà, rappresentata dal volo e dalle ali aperte;
- la capacità di un territorio di ripensarsi dopo una ferita.
Quando la osservi da vicino, riconosci pezzi di radici, tronchi contorti, segni del tempo. Non c’è niente di levigato: è un’opera che conserva la ruvidità del bosco e, proprio per questo, parla in modo diretto.
Marco Martalar e le sculture nate da Vaia
L’artista e il suo rapporto con il legno
L’Aquila Vaia è stata realizzata dall’artista veneto Marco Martalar, conosciuto per le sue sculture in legno create con materiali recuperati. Il suo laboratorio si trova in montagna, circondato da pini, larici e faggi. È da questi boschi che trae ispirazione.
Martalar parte spesso da disegni preparatori, ma lascia che sia il legno a guidare il lavoro. La fibra, la forma delle radici, le curve dei rami orientano il risultato finale. In questo modo ogni scultura non è solo un progetto realizzato, ma anche un dialogo con il materiale.
Le sue figure – cervi, draghi, galli, lupi, aquile – hanno linee sinuose e primordiali. Sembrano animali nati dal bosco stesso, che tornano a camminare e a posarsi sui prati dopo la tempesta.
Un percorso diffuso di opere
L’Aquila Vaia è parte di un percorso di sculture realizzate con il legno di Vaia in diverse località montane. Tra le opere più note dell’artista, oltre all’aquila, ci sono ad esempio il Drago di Lavarone, il Cervo di Millegrobbe, la Lupa del Lagorai e altri.
Visitare l’Aquila Vaia può diventare il punto di partenza per scoprire altre opere di Martalar, seguendo un filo conduttore comune: l’uso di legname recuperato e la volontà di dare nuova forma a materiali considerati, all’inizio, solo un resto di una catastrofe.
Come arrivare all’Aquila Vaia e dove parcheggiare
Accesso in auto dalla piana di Marcesina
Il modo più semplice per raggiungere l’Aquila Vaia è in auto, salendo dalla zona di Enego verso la piana di Marcesina. Le indicazioni principali da tenere presenti sono:
- segui i cartelli per Enego / Marcesina;
- procedi oltre gli impianti di Enego 2000;
- continua fino all’area del Rifugio Barricata.
Nei pressi del rifugio trovi un parcheggio sterrato: da lì partono i brevi sentieri che portano all’aquila. La camminata dura circa 5 minuti, su un percorso evidente e con pendenza moderata.
Alcuni tratti di strada possono essere sconnessi (buche, sterrato), quindi è utile procedere con calma, soprattutto con auto basse.
Accesso da altre provenienze
Se arrivi:
- dalle Melette di Gallio: puoi procedere verso Campomulo, poi seguire la strada per l’Ortigara e le indicazioni per il Rifugio Barricata. A un bivio prendi la svolta verso sinistra: dopo poco, l’aquila si vede già in lontananza sulla collina.
- da Foza: percorri tutta la piana di Marcesina fino al bivio a destra che porta al Rifugio Barricata. La strada è sterrata, con tratti irregolari.
La strada forestale da Grigno, in Valsugana, è spesso soggetta a limitazioni e chiusure (ZTL, divieti di transito). È importante verificare in anticipo le ordinanze comunali: in molti periodi il tratto è percorribile solo a piedi o in bici, mentre l’auto non è ammessa.
Accessibilità e percorsi facilitati
Per chi ha esigenze specifiche di mobilità, esistono segnalazioni di un percorso di visita accessibile, con partenza da un’area parcheggio lungo la strada per il Rifugio Barricata. In generale, il primo tratto può essere asfaltato e pianeggiante mentre l’ultimo segmento che sale all’opera è sterrato e più ripido, con fondo irregolare.
In caso di disabilità motoria, è consigliabile informarsi presso il Comune di Grigno o le strutture turistiche locali, perché in alcune situazioni è possibile richiedere permessi specifici o valutare soluzioni più adatte.
Consigli pratici per la visita
Quando andare
L’Aquila Vaia si può visitare in tutte le stagioni, ma ogni periodo offre un volto diverso:
- in primavera trovi prati che si risvegliano e resti di neve in alcuni punti;
- in estate la piana diventa un grande prato dove il verde è protagonista;
- in autunno i boschi attorno si colorano e la luce del pomeriggio mette in risalto le forme del legno;
- in inverno il paesaggio è spesso innevato e l’aquila spicca sul bianco, ma servono equipaggiamento adeguato e attenzione alla viabilità.
Prima di partire controlla sempre:
- le condizioni delle strade (soprattutto in inverno e in caso di neve o ghiaccio);
- eventuali chiusure lungo la strada da Grigno e limiti di accesso;
- l’apertura di rifugi e servizi.
Un approccio rispettoso al luogo
L’Aquila Vaia è ormai un punto molto fotografato, ma resta in un contesto montano delicato. Alcuni semplici gesti possono fare la differenza: rispetta i sentieri, non calpestare prati recintati o zone di pascolo ed evita di salire sulla scultura o toccare le parti più esposte del legno. Ricorda di portare via i rifiuti, anche i più piccoli e tieni i cani al guinzaglio dove richiesto.
Accettare che l’aquila sia destinata a cambiare nel tempo aiuta anche a viverla in modo più consapevole. La sua trasformazione segue il ritmo naturale del legno esposto agli inverni, alle piogge e al sole.