LE GRANDI IMPRESE ALPINISTICHE E L’ARRAMPICATA SPORTIVA

La coppia Meroi-Benet, Tomaszewsk e Profit raccontano l’alta quota, Ghisolfi e Zurloni le sfide sportive

LE GRANDI IMPRESE ALPINISTICHE E L’ARRAMPICATA SPORTIVA #1
LE GRANDI IMPRESE ALPINISTICHE E L’ARRAMPICATA SPORTIVA #1

Ricercare il proprio limite, sfidare sé stessi e le proprie paure, affrontare straordinarie avventure per vivere emozioni autentiche. L’alpinismo e l’arrampicata, pur avendo una filosofia simile, hanno tante diversità, soprattutto se si parla di arrampicata sportiva. Aspetti ed esperienze personali che verranno raccontate e approfondite nei vari incontri previsti nel carnet del Festival dello Sport. Sviscerare questi argomenti in una città come Trento, fra l’altro sede di Trento Film Festival da oltre 70 anni, capoluogo di una provincia pionieristica negli sport di alta quota, ha un appeal incredibile.
Il programma degli eventi dedicati all’alpinismo è dedicato ad una coppia che ha deciso di condividere le sfide anche in quota. Si tratta di Romano Benet e Nives Meroi, che giovedì 12 ottobre animeranno la sala Filarmonica alle ore 18,30. L’amore e l’affiatamento fra due persone si manifestano in modi differenti, come solo il cuore può suggerire; nel caso di Nives Meroi e Romano Benet è stata anche la passione per la montagna a cementare la loro unione, portandoli a superare imprese mai realizzate prima; si tratta, infatti, della prima coppia marito e moglie ad aver scalato tutti i 14 Ottomila presenti sul Pianeta. Il senso di avventura, l’amore per la natura e il comune desiderio di superare i propri limiti li hanno guidati in una serie di imprese che hanno dell’incredibile, affrontando anche la sfida del K2 e dell’Annapurna, annoverate fra le vette più pericolose al mondo.

Il giorno seguente, alle ore 19 al Palazzo della Regione, sarà la volta di Marcin Tomaszewsk, uno dei moderni esponenti della grande scuola alpinistica polacca. È l’uomo delle big wall rocciose ad alto tasso tecnico, dove ha firmato alcune delle scalate più impressionanti degli ultimi anni. Come Superbalance sulla Polar Sun Spire (Isola di Baffin), quindi la Grande Torre di Trango nel Karakorum e infine Catharsis sulla Troll Wall in Norvegia.
Domenica 15 ottobre, alle ore 17.00, presso la Filarmonica di via Verdi, a raccontarsi sarà Christophe Profit, uno dei più forti alpinisti francesi degli anni Ottanta. Originario della Normandia è famoso soprattutto per aver realizzato il concatenamento delle tre grandi pareti nord delle Alpi, Grande Jorasses, Eiger e Cervino, effettuato per la prima volta nell’arco di 24 ore il 25 luglio 1985 e per la prima volta in invernale il 12 e 13 marzo 1987, in 40 ore e 54 minuti. Profit inoltre ha aperto una nuova via sul K2 insieme a Pierre Béghin lungo lo spigolo nord-ovest.

Per narrare l’universo dell’arrampicata sportiva è stata scelta invece una location unica, ovvero uno spazio dedicato in piazza Santa Maria Maggiore, realizzato in collaborazione con il marchio trentino di prodotti outdoor La Sportiva, con 4 eventi pomeridiani alle ore 15 e 16,30. Il primo ad aprire la via della singolare cordata 2023 sarà Stefano Ghisolfi, torinese di nascita ma trentino di residenza ad Arco, capitale europea dell’arrampicata. Dal 2010 è il miglior atleta italiano nella Coppa del Mondo specialità Lead, con risultati in crescendo fino al primo posto nella generale ottenuto nel 2021, e si cimenta in tutte le competizioni di difficoltà, boulder e speed.
Il giorno successivo, sempre alle 15, sarà il turno dell’altoatesina Angelika Rainer, arrampicatrice polivalente che ha esordito con le competizioni su ghiaccio vincendo due edizioni di Coppa del Mondo nel 2012 e 2015, aggiudicandosi il gradino più alto del podio anche in tre edizioni dei campionati mondiali: 2009, 2011 e 2013. Atleta di Merano pratica l’arrampicata sportiva, il bouldering, ma pure le vie lunghe multipitch e il dry tooling. A Trento racconterà proprio come è nata la passione per queste discipline e le emozione che ne ricava in ogni sua sfida.

Domenica largo ai giovani e in particolar modo a Matteo Zurloni, milanese di Segrate, profilo interessante nel mondo dell’arrampicata sportiva, grazie alla vittoria nel campionato del mondo di arrampicata a Berna lo scorso agosto, diventando il secondo italiano, dopo Ludovico Fossali, a vincere la gara di speed con il nuovo record europeo di 5"023s. Grazie a questo successo ha ottenuto un pass nominale per le Olimpiadi di Parigi. 
Sabato, alle ore 16.30, si parlerà di sfide oltre il limite con l’alpinista paralimpico Andrea Lanfri, che è salito alle cronache soprattutto per le sue imprese nostop partendo dal mare con salita e discesa dalla montagna. In particolare il Pisanino, l’Etna, il Corno Grande sul Gran sasso e il Vulcano Teide, a Tenerife.

GLI ALPINISTI TRENTINI
Nel 1864 John Ball, presidente dell’Alpine Club di Londra, attraversò per la prima volta la Bocca di Brenta. Fu la prima impresa alpinistica di rilievo in Trentino e sulle Dolomiti, alle quali ne seguirono molte negli stessi e negli anni successivi, sempre per opera di esploratori inglesi e tedeschi, innescando una serie di sfide per la conquista di vette, scalate e personalizzazione di nuove vie.
Un’attività quella legata all’alpinismo che vide fra gli esploratori prima delle Dolomiti e successivamente di tante montagne internazionali anche tanti trentini. Nomi da leggenda come il fassano Tita Piaz, soprannominato «il diavolo delle Dolomiti», scomparso nel 1978, quindi Bruno Detassis di Madonna di Campiglio, autore di oltre 200 vie nuove, guida alpina e morto nel 2007. Altra figura inequivocabile è poi stata quella di Cesare Maestri, il primo alpinista ad affrontare in discesa e in solitaria importanti vie dolomitiche di VI grado, effettuando nella sua vita terminata nel 2001 oltre 3500 salite. È stato al centro di tante diatribe legate alla conquista del Cerro Torre in Patagonia, che ha affrontato in due occasioni: nel 1959 con Cesarino Fava e Toni Egger che poi perse la vita per una valanga durante la discesa e nel 1970.
Degni di menzione anche Sergio Martini, lagarino di Lizzanella, che è stato il settimo uomo al mondo e il secondo italiano dopo Reinhold Messner ad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli Ottomila metri al mondo, ed il compianto Ermanno Salvaterra, rendenese di Pinzolo, con un’attività alpinistica particolarmente intensa nelle Dolomiti di Brenta e in Patagonia, legando il suo nome al Cerro Torre, del quale è stato considerato il più profondo conoscitore, tanto da essere soprannominato «L’uomo del Torre».

L’EVENTO TOP
L’arrampicata sportiva si è sviluppata negli anni in tutti i centri montani del Trentino, ma c’è un evento simbolo che risponde al nome di Rock Master. Si tratta della più longeva competizione di arrampicata, che da anni attira pubblico e climber di prim’ordine nella cittadina di Arco e che si svolge da 36 anni a fine agosto o ai primi di settembre. Ha visto la crescita e il cambiamento di questo sport, in tutte le sue discipline ed ha contribuito all’evoluzione tecnica, che ha portato l’arrampicata sportiva a diventare disciplina olimpica.

ATTIVITÀ IN QUOTA
Per chi vuole praticare l’alpinismo in Trentino c’è l’imbarazzo della scelta. Basti pensare che ci sono oltre cinquemila chilometri di sentieri percorribili a piedi tra valli selvagge e monti imponenti, una rete di rifugi in quota dove trovare ristoro e, per i più avventurosi, il brivido delle ferrate. L'escursionismo nella natura è un’esperienza coinvolgente e alla portata di tutti. Si può scoprire il territorio grazie a 1.165 sentieri, incluse ferrate e percorsi attrezzati, per complessivi 5.843 chilometri di sviluppo, si possono poi affrontare 13 grandi trekking (con più di 3 tappe) percorribili sul territorio. Ed ancora 12 percorsi ciclopedonali per complessivi 453 chilometri serviti da 20 bicigrill, particolarmente apprezzati e frequentati, tant’è che nel 2021 si sono registrati 2.450.000 passaggi registrati sulla rete di ciclabili del Trentino. E poi c’è la possibilità di andare alla scoperta di 3 strade del Vino e dei Sapori.
A valorizzare, qualificare e certificare il territorio ci pensano anche i professionisti della montagna, ovvero 2842 maestri di sci, 224 guide alpine, 27 aspiranti guide alpine, 181 accompagnatori di media montagna e 31 accompagnatori di territorio.
Questa estesa rete di sentieri può contare sulla costante manutenzione della Società degli Alpinisti Tridentini (SAT, sezione del CAI), la più importante istituzione della montagna trentina: fondata nel 1872, oggi annovera quasi 26 mila soci e gestisce 34 rifugi e numerosi bivacchi. In tutto il Trentino sono attivi ben 141 rifugi alpini, dove gli escursionisti possono trovare ristoro o pernottare durante un itinerario di più giorni. Qui si ritrova, immutata, quella condivisione genuina che fa della vita di montagna un’esperienza autentica. Molti rifugi sono raggiungibili anche con una breve passeggiata, per assaporare le specialità della cucina trentina in un’atmosfera familiare.
Le montagne del Trentino sono famose anche per le numerose e spettacolari ferrate, percorsi attrezzati che, grazie a cavi metallici, staffe, pioli e scalette, facilitano la salita alla vetta senza bisogno della tradizionale attrezzatura alpinistica.
I sentieri attrezzati possono essere affrontati in tutta sicurezza con l’equipaggiamento adatto (imbrago, guanti, caschetto e l’apposito kit da ferrata) e un’adeguata preparazione atletica. Ma è anche possibile farsi accompagnare delle Guide Alpine, gli angeli custodi della montagna, disponibili per corsi o per organizzare escursioni di uno o più giorni.

C’è la celebre via delle Bocchette, nel Parco Naturale Adamello Brenta: prende il nome dalle bocchette tra una cima e l’altra che caratterizzano le Dolomiti del Brenta, a cui spesso si accompagnano numerose cenge (le sporgenze naturali che si formano sulle pareti roccia calcarea), dando vita a un panorama davvero unico. Il sentiero attrezzato Dino Buzzati, allestito nel 1977 in memoria del celebre scrittore che amava arrampicare in Val Canali, offre magnifici scorci sulle Pale di San Martino, montagne di origine corallina tra le più belle delle Dolomiti; qui la spettacolare parete sudoccidentale del Cimon della Pala ospita anche l’impegnativa ferrata Bolver Lugli. In Val di Fassa l’offerta è amplissima: si va dal suggestivo sentiero Bepi Zac, un percorso attrezzato tra grotte e passaggi nella roccia dove è possibile rivivere gli scenari della Grande Guerra, alla ferrata dei Finanzieri, adatta a escursionisti esperti, lungo la parete della cima Collàc. Quelle sopra il Lago di Garda, tra le più frequentate, garantiscono splendidi panorami e permettono di scegliere tra diversi gradi di difficoltà: la ferrata del Monte Colodri di Arco, per esempio, è adatta anche ai bambini e a chi è alle prime armi. Decisamente più impegnativa la nuova ferrata delle Aquile, in Paganella: aerea e molto spettacolare, con tanto di ponti sospesi. Meno conosciuto ma decisamente originale è il sentiero attrezzato Sallagoni, che si sviluppa nel canyon di Castel Drena, facilmente raggiungibile dalla Valle dei Laghi. O, ancora, l’affascinante Sentiero dei Fiori, sopra il Passo del Tonale, ricavata su camminamenti e postazioni austriache della Prima guerra mondiale.

Sempre nelle Dolomiti di Brenta si percorre la Via delle Normali che prevede la salita di 10 cime tutte oltre i 2900 m, con una difficoltà mai superiore al grado III+; in alcuni tratti si seguono parti di via ferrata e gli avvicinamenti, partendo dai rifugi, non sono mai troppo lunghi. Un’esperienza di alpinismo “esplorativo”, concatenando più vette lungo le vie più storiche per più giorni.

 



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