Giuseppe Penone al Mart
Mostra monografica di uno tra i maggiori interpreti dell'Arte Povera
Fin dagli esordi, nel 1968, Penone articola la sua ricerca muovendosi su due binari paralleli: da una parte l’universo naturale, in particolare quello vegetale, con la messa in evidenza dei processi energetici di proliferazione organica; dall’altra, l’indagine sulle soglie della percezione, come gli occhi o la pelle, che separano il corpo e la coscienza da ciò che li circonda.
Il lavoro di Penone è inoltre una riflessione sulla scultura e sul divenire, il tempo fa parte della sua poetica e diventa uno degli elementi centrali delle opere, al punto che spesso le sculture vengono modificate o rifatte in occasione di successive installazioni.
Fino al 26 giugno 2016 saranno esposti al Mart numerosi lavori inediti, tra i quali spicca la nuova serie di calchi bronzei, e significative riletture di lavori storici realizzati in gran parte negli ultimi vent’anni.
Fino al 26 giugno 2016 saranno esposti al Mart numerosi lavori inediti, tra i quali spicca la nuova serie di calchi bronzei, e significative riletture di lavori storici realizzati in gran parte negli ultimi vent’anni.
Il progetto espositivo supera le sale museali per attraversare letteralmente la struttura progettata da Mario Botta. In un allestimento che dialoga fortemente con l’architettura e che privilegia l’apertura degli spazi, la ricca esposizione al secondo piano si completa con un intervento site-specific che invade il cosiddetto “cratere” del Mart.
Ancorata alle pareti del museo, la celebre scultura “Spazio di luce” (2008) è per la prima volta esposta in verticale, dando vita a un’installazione sospesa che suggerisce una fruizione inimmaginata dell’opera stessa e del museo. Nell’ampio, ma soprattutto vasto in altezza, spazio del cavedio del Mart, attraverso la realizzazione del progetto dedicato al museo, Penone indaga il rapporto tra opera e ambiente.