Regards de l'âme - sguardi dell'anima
Mostra fotografica di Lara Campostrini e Angelo Benedetti
Due sguardi, un'unica rassegna. A cura di Luca Chistè
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Una rassegna fotografica autoriale all’interno della quale confluiscono due precise e distinte identità fotografiche: quella di Angelo Benedetti (con un percorso visivo, di matrice narrativo/documentaria, dal titolo: “SS. 309 | ROMEA”) e quella di Lara Campostrini (con una proposta visiva, di forte matrice introspettiva, legata alle sue sperimentazioni fotografiche, dal titolo: “R_umore”). Per entrambe le proposte, come utilmente declinato in alcune loro condivise riflessioni, “Regards de l’âme“«…. rappresenta due mo(n)di diversi di concepire e proporre la fotografia come necessita di trovare una scrittura che li colleghi alla rappresentazione del mondo. Sensazioni, momenti, stati d’animo rivelati sottovoce, in un caso utilizzando luoghi carichi di angoscioso e lirico silenzio, che diviene metafora del proprio sentire e, nell’altro, con il contributo di una luce densa e tagliente, pensata come spazio autonomo psicologico di (auto)rappresentazione del sé. In entrambi, esiste la costante presenza di una mediazione tra la necessità di raccontarsi e la voglia di lasciare una libera interpretazione di pensiero a chi osserva le immagini.» La mostra è patrocinata dal Comune di Rovereto e dalla Comunità della Vallagarina.
Una rassegna fotografica autoriale all’interno della quale confluiscono due precise e distinte identità fotografiche: quella di Angelo Benedetti (con un percorso visivo, di matrice narrativo/documentaria, dal titolo: “SS. 309 | ROMEA”) e quella di Lara Campostrini (con una proposta visiva, di forte matrice introspettiva, legata alle sue sperimentazioni fotografiche, dal titolo: “R_umore”). Per entrambe le proposte, come utilmente declinato in alcune loro condivise riflessioni, “Regards de l’âme“«…. rappresenta due mo(n)di diversi di concepire e proporre la fotografia come necessita di trovare una scrittura che li colleghi alla rappresentazione del mondo. Sensazioni, momenti, stati d’animo rivelati sottovoce, in un caso utilizzando luoghi carichi di angoscioso e lirico silenzio, che diviene metafora del proprio sentire e, nell’altro, con il contributo di una luce densa e tagliente, pensata come spazio autonomo psicologico di (auto)rappresentazione del sé. In entrambi, esiste la costante presenza di una mediazione tra la necessità di raccontarsi e la voglia di lasciare una libera interpretazione di pensiero a chi osserva le immagini.» La mostra è patrocinata dal Comune di Rovereto e dalla Comunità della Vallagarina.