Alex Katz
La Vita Dolce
In mostra oltre 40 grandi tele di uno tra i maggiori artisti americani viventi: Alex Katz. Ritratti e paesaggi sono al centro di un percorso colorato che celebra la bellezza della vita.
Da un'idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Denis Isaia Il 2022 è l'anno di Alex Katz: tre sono le grandi monografie dedicate all'artista dal Guggenheim di New York (dal 16 agosto), dalla Fondazione Thyssen-Bornemisza di Madrid (dall'11 giugno) e dal Mart di Rovereto, dal 15 maggio al 18 settembre. In Italia la mostra di Rovereto arriva oltre vent'anni dopo un'altra importante mostra trentina, organizzata nel 1998 da Vittoria Coen, allora direttrice della Galleria Civica di Trento. Prodotta dal Mart grazie al supporto dell'artista e del suo studio, l'esposizione raccoglie tele appartenenti a grandi collezioni italiane e svizzere, realizzate tra gli anni Novanta e oggi, espressione della maturità dell’artista. Spesso associato al movimento della Pop art, Alex Katz (New York, 1927) rielabora i riferimenti della cultura di massa, della società americana, della televisione, del cinema, della pubblicità. Nello stesso tempo, si appropria dei principi minimalisti spogliandoli però dalle durezze ideologiche, soffermandosi sui caratteri più squisitamente formali che definiscono il gusto collettivo, lo stile di vita e quindi in ultima istanza il rapporto con ciò che ci circonda. Nel panorama della grande arte americana del secondo dopoguerra Katz finisce per rappresentare un'anomalia. Sebbene non sia assimilabile ad alcuna scuola, la sua opera è una felice e originale sintesi delle migliori esperienze artistiche del '900. Sin dagli esordi, si allontana dal vitalismo drammatico dell'Espressionismo Astratto di De Kooning e Pollock pur condividendone l'approccio istintivo di una pittura stesa rapidamente sulla tela. Sposa l'approccio cartellonistico della Pop Art lavorando a tele di grandi dimensioni ma non è interessato ai barattoli di pomodoro, alle star del cinema o agli eroi dei fumetti tanto cari a Warhol o Lichtenstein. Infine, come nella pittura astratta di puro colore (Noland, Rothko), sfrutta la forza espressiva delle campiture estese e uniformi, su cui però interviene dipingendo ritratti e paesaggi che appartengono al suo ambiente d'elezione: la società newyorkese più chic e colta. La singolarità della sua opera ha tenuto Katz ai margini delle grandi rassegne internazionali, senza tuttavia impedirgli di raggiungere una fama riconosciuta dalla critica più attenta e, con il tempo, una crescente popolarità soprattutto tra i collezionisti. Il percorso espositivo evidenza la distanza dell'artista americano dalle filosofie esistenzialiste e dalle ambizioni politiche e sociali che animano molta arte contemporanea, restituendo il felice disimpegno di opere che celebrano, invece, la bellezza della vita e di un mondo fatto di affetti e luoghi del cuore. Una vita che, così dipinta, ci appare dolce. Nella Vita Dolce oltre 40 grandi tele costituiscono un percorso colorato nel quale sono rappresentati i due grandi generi esplorati dall'artista: i ritratti e i paesaggi. Completano la mostra alcuni sketch, un disegno e due video, tra cui un inedito estratto del film realizzato dal regista Ranuccio Sodi per la tv e mai andato in onda. Il catalogo La mostra è corredata da un catalogo pubblicato da Sagep Editori con un testo di Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart, un saggio del critico d'arte Alberto Fiz, le riproduzioni delle opere e una breve antologia di testi critici selezionati dallo studio dell'artista tra testi storici e testi più recenti. Completa l'opera un'intervista raccolta nel marzo del '97 dal critico d'arte e curatore inglese David Sylvester.
Da un'idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Denis Isaia Il 2022 è l'anno di Alex Katz: tre sono le grandi monografie dedicate all'artista dal Guggenheim di New York (dal 16 agosto), dalla Fondazione Thyssen-Bornemisza di Madrid (dall'11 giugno) e dal Mart di Rovereto, dal 15 maggio al 18 settembre. In Italia la mostra di Rovereto arriva oltre vent'anni dopo un'altra importante mostra trentina, organizzata nel 1998 da Vittoria Coen, allora direttrice della Galleria Civica di Trento. Prodotta dal Mart grazie al supporto dell'artista e del suo studio, l'esposizione raccoglie tele appartenenti a grandi collezioni italiane e svizzere, realizzate tra gli anni Novanta e oggi, espressione della maturità dell’artista. Spesso associato al movimento della Pop art, Alex Katz (New York, 1927) rielabora i riferimenti della cultura di massa, della società americana, della televisione, del cinema, della pubblicità. Nello stesso tempo, si appropria dei principi minimalisti spogliandoli però dalle durezze ideologiche, soffermandosi sui caratteri più squisitamente formali che definiscono il gusto collettivo, lo stile di vita e quindi in ultima istanza il rapporto con ciò che ci circonda. Nel panorama della grande arte americana del secondo dopoguerra Katz finisce per rappresentare un'anomalia. Sebbene non sia assimilabile ad alcuna scuola, la sua opera è una felice e originale sintesi delle migliori esperienze artistiche del '900. Sin dagli esordi, si allontana dal vitalismo drammatico dell'Espressionismo Astratto di De Kooning e Pollock pur condividendone l'approccio istintivo di una pittura stesa rapidamente sulla tela. Sposa l'approccio cartellonistico della Pop Art lavorando a tele di grandi dimensioni ma non è interessato ai barattoli di pomodoro, alle star del cinema o agli eroi dei fumetti tanto cari a Warhol o Lichtenstein. Infine, come nella pittura astratta di puro colore (Noland, Rothko), sfrutta la forza espressiva delle campiture estese e uniformi, su cui però interviene dipingendo ritratti e paesaggi che appartengono al suo ambiente d'elezione: la società newyorkese più chic e colta. La singolarità della sua opera ha tenuto Katz ai margini delle grandi rassegne internazionali, senza tuttavia impedirgli di raggiungere una fama riconosciuta dalla critica più attenta e, con il tempo, una crescente popolarità soprattutto tra i collezionisti. Il percorso espositivo evidenza la distanza dell'artista americano dalle filosofie esistenzialiste e dalle ambizioni politiche e sociali che animano molta arte contemporanea, restituendo il felice disimpegno di opere che celebrano, invece, la bellezza della vita e di un mondo fatto di affetti e luoghi del cuore. Una vita che, così dipinta, ci appare dolce. Nella Vita Dolce oltre 40 grandi tele costituiscono un percorso colorato nel quale sono rappresentati i due grandi generi esplorati dall'artista: i ritratti e i paesaggi. Completano la mostra alcuni sketch, un disegno e due video, tra cui un inedito estratto del film realizzato dal regista Ranuccio Sodi per la tv e mai andato in onda. Il catalogo La mostra è corredata da un catalogo pubblicato da Sagep Editori con un testo di Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart, un saggio del critico d'arte Alberto Fiz, le riproduzioni delle opere e una breve antologia di testi critici selezionati dallo studio dell'artista tra testi storici e testi più recenti. Completa l'opera un'intervista raccolta nel marzo del '97 dal critico d'arte e curatore inglese David Sylvester.