Il sentimento della memoria
Tutto ciò che oggi possiamo vedere nei musei dedicati e che permise la progettazione e ricostruzione del Sentiero, è frutto di un altro grande lavoro di recupero avvenuto in quegli anni.
Subito dopo la guerra, c’erano i recuperanti per necessità di rame e ferro, utili alla sopravvivenza alimentare. Poi sono arrivati i recuperanti per passione, espertissimi nel settore, gelosissimi dei loro oggetti che custodivano in collezioni private. Così che la maggior parte dei documenti originali non sono stati ritrovati sulle cime ma nelle soffitte. Lì la squadra di Fabbro ha recuperato carte topografiche, fotografie, diari, tutto ciò che serviva per rimappare i percorsi e, appunto, le memorie. Il documento diventava importante, non più l’oggetto in sé.
Il Sentiero della Pace
Il nostro invito è quello di camminare sul Sentiero, scegliere la propria tappa e, magari, la variante più accessibile alla nostra attitudine. Fare esperienza del viaggio all’interno di scenari straordinari. Ricordare il frutto del lavoro degli uomini che hanno per primi battuto queste strade e pagato con la vita la difesa di due mondi separati e poi di chi ha continuato a mantenerli accessibili.
La memoria di Claudio Fabbro è ancora legata a ognuno degli uomini che con lui hanno lavorato. L’amore per la montagna continua. A volte il destino privato e quello professionale si incrociano e questo permette di conquistare traguardi eccezionali a beneficio di tutti.
“Mi piacerebbe rintracciare le loro storie. Invecchio…”.
Grazie Claudio e buon cammino a tutti!