Bartolomeo Bezzi 1851-1923

Dal 16 giugno in Val di Sole i dipinti dell’artista trentino

ESTATE 2023 – A cento anni dalla sua morte, il Trentino rende o maggio a Bartolomeo Bezzi (1851-923), pittore originario di Ossana, in Val di Sole, considerato, dopo Segantini, il più importante pittore trentino dell'Ottocento, tra i protagonisti della pittura italiana di quel periodo. In occasione di questo importante centenario, il Trentino dedica a Bezzi quattro mostre, che documentano compiutamente e in più tappe la vasta produzione pittorica e grafica dell’artista.

La prima mostra trova spazio nelle sale di Castel Caldes, dal 16 giugno al 5 novembre 2023. Curata da Roberto Pancheri, la mostra approfondisce l'approccio del pittore alla figura umana, sia nell'ambito della ritrattistica, sia nelle scene di vita popolare, senza trascurare le vedute urbane animate dalla presenza dell'uomo.

Un percorso espositivo di circa 40 dipinti, insieme a disegni, abbozzi, fotografie d'epoca, lettere e documenti utili alla ricostruzione del percorso biografico dell'artista o legati alla genesi di alcuni dipinti.

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La mostra di Castel Caldes

La mostra di Castel Caldes (16 giugno - 5 novembre), a cura di Roberto Pancheri, è una monografica dedicata a Bezzi “pittore di figura”, nella quale viene analizzato e approfondito l’approccio del pittore alla figura umana, sia nell’ambito della ritrattistica che nelle scene di vita popolare, senza trascurare le vedute urbane animate dalla presenza dell’uomo.

Il percorso espositivo conta circa quaranta dipinti di Bezzi, provenienti da collezioni pubbliche e private, suddivisi per temi e affiancati per affinità stilistica, cui si aggiungono opere grafiche, fotografie d’epoca, lettere e documenti utili alla ricostruzione della biografia del pittore.

Presente, inoltre, una serie di schizzi e bozzetti preparatori che ricostruisce per la prima volta la genesi di un dipinto perduto, il più grande mai eseguito da Bezzi. Si tratta del pannello decorativo realizzato nel 1909 per il salone dell’Hotel Mendelhof al Passo Mendola, che rielaborava un tema particolarmente caro al pittore, quello delle donne al lavoro presso una fontana, già affrontato nel 1893 nell’opera Vigilia della sagra, con cui Bezzi si presentò all’Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera.

L’originale approccio dell’artista alla figura umana è documentato da una serie di ritratti e da alcuni vivaci dipinti di genere. La sua vicinanza alla poetica del verismo è ben rappresentata dalle scene di vita quotidiana, ambientate in contesti rurali o nelle amate città di Verona e Venezia.

La mostra su Bezzi a Caldes

Quattro mostre per raccontare l’arte di Bezzi

Come anticipato, quello di Castel Caldes è il primo dei quattro appuntamenti dedicati all’artista solandro.

Dal 24 giugno all’8 ottobre, infatti, la Biblioteca della Torraccia di Terzolas, in Val di Sole, ospita la mostra documentaria intitolata “L'archivio ritrovato: il fondo Bezzi del Centro Studi per la Val di Sole”, a cura di Stefania Dalla Serra e di Mauro Pancheri.

Il 23 settembre, invece, il Palazzo Assessorile di Cles, in Val di Non, ospita la monografica su Bezzi, curata da Marcello Nebl con la collaborazione di Warin Dusatti, con oltre cinquanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private. L’esposizione, suddivisa in sei sezioni principali, ha l’obiettivo di descrivere l’evoluzione del percorso artistico di Bezzi in maniera chiara e didascalica. Le sezioni sono intervallate da alcuni focus che raccontano episodi degni di nota della vita dell’artista, l’intrecciarsi con vicende storiche e i sodalizi con altri amici artisti.

Chiude il ciclo, la mostra-focus del Mart di Rovereto, dal 6 dicembre 2023 al 3 marzo 2024, curata di Margherita de Pilati, vede esposte per la prima volta una ventina di opere con cui Bartolomeo Bezzi si fece conoscere ed amare dai collezionisti e dai critici d’arte del suo tempo, quei dipinti che grazie alle notevoli dimensioni e al forte impianto compositivo, ne hanno decretato la fortuna e la fama, rendendolo uno degli artisti di maggior notorietà in Italia. Tra questi, dipinti come Canal Grande a Venezia (sotto), esposto alla Secession di Monaco del 1893 e Giorno di Magro, medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.

La mostra su Bezzi a Caldes

Bartolomeo Bezzi – breve biografia

L’Accademia di Brera

Bartolomeo Teofilo Ismaele Bezzi nasce il 6 febbraio 1851 a Fucine d’Ossana in Val di Sole, all’epoca territorio dell’Impero austro-ungarico. All’età di venti anni, a Milano, conosce Filippo Carcano, considerato il fondatore del Verismo lombardo e, grazie al suo incoraggiamento, si iscrive alla Accademia di Belle Arti di Brera, dove è allievo di Giuseppe Bertini. In questo periodo stringe amicizia con un gruppo di giovani artisti dallo spirito innovatore e antiaccademico e insieme a Gaetano Previati, Filippo Carcano ed Eugenio Gignous partecipa attivamente ai dibattiti sul Divisionismo e sull’Impressionismo francese.

 

I primi successi

Nel 1883 partecipa all’Esposizione Nazionale di Roma e ottiene un grande successo di pubblico e di critica e, nel 1888, all’Expo di Parigi, viene premiato per l’opera Sole morente, poi acquistata dal Museo Revoltella di Trieste.

Nel 1890 si trasferisce a Venezia, dove si lega in amicizia con Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto, Luigi Nono e Mario De Maria. Nel 1893 partecipa alla mostra del Municipio di Roma, dove vince la medaglia d’argento con l’opera Lido, già esposta alla Triennale di Brera nel 1891 e poi acquistata dalla regina d’Italia Margherita di Savoia. Bezzi rimane a Venezia fino al 1910.

 

I riconoscimenti all’estero

A Venezia, insieme al sindaco Riccardo Selvatico, getta le basi di un progetto di Esposizione Internazionale d’Arte, che si concretizzerà nella Biennale di Venezia. L’appartenenza al comitato organizzativo gli consente di effettuare numerosi viaggi all’estero, durante i quali entra in contatto con i diversi linguaggi artistici internazionali.

Nel 1900 partecipa all’Esposizione Universale di Parigi, vincendo la medaglia d’argento con l’opera Giorno di magro. Negli anni 1893, 1898, 1903 è presente alle Esposizioni della Secessione di Monaco. Nel 1905 presenta alla VI Biennale di Venezia l’opera Fantasie dell’aria.

Nel 1910 soggiorna a Roma, dove fa parte della commissione coordinatrice per l’Esposizione Mondiale del 1911. Nel 1912 ritorna a Verona dove lavora alle opere per la Biennale veneziana del 1914, che gli dedica una personale.

 

Il ritorno in Trentino

Sempre nel 1912, una malattia nervosa gli impedisce di continuare a dipingere. Torna in Trentino e si stabilisce a Cles, in Val di Non, nella casa della moglie Isabella Dal Lago. Nella primavera del 1923 improvvisamente la malattia sembra regredita ma l’artista peggiora all’improvviso e l’8 ottobre dello stesso anno muore a Cles, circondato dalla stima e dall’affetto degli artisti trentini della nuova generazione, che riconoscono in lui un maestro insuperato.

 

IMMAGINI: 
Bartolomeo Bezzi, Figura femminile, 1878. Collezione privata
Bartolomeo Bezzi, La modellina, 1880. Collezione privata
Bartolomeo Bezzi, Canal Grande, 1893. Collezione privata

La mostra su Bartolomeo Bezzi

La mostra su Bartolomeo Bezzi

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Pubblicato il 15/11/2023