NEI BOSCHI DEL TRENTINO ANCHE LUPO E LINCE

Il lupo è ritornato su tutte le Alpi, e dunque anche in Trentino, in modo del tutto spontaneo. L’unico esemplare di lince attualmente presente in provincia proviene, anch’esso per migrazione spontanea, da un nucleo reintrodotto nel Cantone svizzero di San Gallo.

NEI BOSCHI DEL TRENTINO ANCHE LUPO E LINCE #1
NEI BOSCHI DEL TRENTINO ANCHE LUPO E LINCE #1

Dopo aver rischiato di sparire del tutto in Italia attorno agli anni ’70 il lupo ha vissuto un progressivo incremento numerico, favorito dalla protezione legale, dall’aumento esponenziale delle specie preda (ungulati selvatici) e da una minore persecuzione da parte dell’uomo, che lo ha portato ad espandersi nel territorio italiano, colonizzando pian piano nuove aree. Oggi la popolazione Italiana di lupi è distribuita lungo tutta la dorsale appenninica e su buona parte dell’arco alpino. In venti anni il lupo è arrivato ad occupare stabilmente tutte le Alpi occidentali e a raggiungere anche le Alpi centrali ed orientali. Dalle popolazioni presenti tra Francia e Piemonte e in parte da quelle di origine dinarica e carpatica provengono i soggetti segnalati negli ultimi anni anche in provincia di Trento e nelle aree ad essa limitrofe. Il ritorno del lupo sull’arco alpino non è dunque frutto di progetti di reintroduzione, ma si tratta bensì di un ritorno spontaneo.

Dopo circa 150 anni di assenza, il lupo è stato segnalato in Trentino una prima volta nel 2008. Successivamente, nel 2010, un lupo maschio, migrato spontaneamente dalla popolazione delle Alpi occidentali, si è stabilito in alta Val di Non e da quell'anno la specie viene monitorata con regolarità. I dati raccolti nel corso del 2019 riferiscono di 13 branchi (10 nel Trentino Orientale e 3 in quello Occidentale) o gruppi famigliari (Monti Lessini, Gruppo del Carega, Gruppo del Pasubio, Altopiano di Asiago, Val di Fassa, Alta Val di Non), alcuni di essi transfrontalieri, con territorio cioè a cavallo tra il Trentino e le regioni limitrofe (Veneto e Provincia di Bolzano) e 1 coppia nella zona di Paneveggio, più un individuo solitario in Val di Peio-Rabbi.

Cervi, caprioli, camosci, mufloni e cinghiali costituiscono la principale fonte alimentare del lupo. Può tuttavia predare anche bestiame domestico, per lo più di media taglia, soprattutto se esso non viene opportunamente custodito.

In questo caso, come per l’orso bruno, la Provincia Autonoma di Trento provvede all’indennizzo totale di eventuali danni al bestiame domestico. Lo stesso Servizio Foreste e fauna fornisce a titolo gratuito le recinzioni elettriche per ridurre i danni da predazione, che però poi devono essere opportunamente gestite e controllate per garantirne il corretto funzionamento.

La presenza della Lince (scomparsa dalle Alpi all’inizio del secolo scorso) è documentata in Trentino grazie ad un esemplare maschio denominato B132 proveniente dalla piccola popolazione svizzera del Canton San Gallo. Questa lince, munita di radiocollare, dopo aver raggiunto il territorio provinciale ed aver frequentato per qualche anno il Gruppo di Brenta, si è spostata tra i monti della val d'Ampola e la destra orografica del fiume Chiese nelle Giudicarie esteriori dove si trova tutt’ora. La sua presenza in quell’area è stata riconfermata anche nel 2019.

Entrambe queste specie svolgono un importante ruolo selettivo nei confronti delle loro specie prede e contribuiscono in maniera importante a favorire gli equilibri dell’ecosistema alpino.