Val di Fassa sostenibile

Da volume a valore

Una valle allungata, che si stiracchia serena fra le montagne più belle del mondo. Svettanti, le Dolomiti sfiorano il cielo cobalto, si colorano di rosa al tramonto, splendono candide alla luna. Coperta di boschi, decorata dal ghiaccio e accarezzata dai petali della primavera, la Val di Fassa di rado riposa.

Responsabilità individuale e collettiva

Per lei, con un passato di sussistenza e vita dura d’alta quota, il turismo è stato uno slancio fondamentale che l’ha aperta al mondo pur mantenendo integra la sua tradizione ladina. Terra accogliente, grata dello scambio continuo con ospiti e visitatori, negli ultimi anni è diventata un simbolo di overtourism, causando impatti sull’ambiente, sulla cultura e sugli abitanti.

Le conseguenze non sono soltanto la congestione del traffico ma anche lo stress sugli ecosistemi, il consumo di suolo e la riduzione della biodiversità. Inoltre, la gentrificazione contribuisce allo spopolamento e alla perdita dell’identità culturale.

Val di Fassa sostenibile

La Val di Fassa si trova oggi a un bivio: continuare sulla strada del villaggio vacanza stagionale dai flussi turistici incontrollati, oppure investire in un modello che valorizzi la comunità locale e garantisca la sostenibilità ambientale, economica e culturale. I residenti sono decisi a investire su un turismo che punti alla qualità e non alla quantità, riducendo il sovraffollamento e creando un territorio in cui i cittadini possano vivere e lavorare tutto l’anno.

Dopo un lungo confronto che ha visto protagonisti albergatori e rappresentanti della comunità, è emersa la proposta di puntare entro il 2040 a un modello “15-45”: raggiungere i 15.000 abitanti e mettere un tetto massimo di 45.000 presenze turistiche simultanee, ossia un rapporto di uno a tre, invece dell’attuale uno a sei. Sono i cittadini stessi, preoccupati dal numero sempre maggiore di giovani che sono costretti ad abbandonare la loro terra per i prezzi inaccessibili degli immobili - oltre che dei generi di prima necessità -, ad adoperarsi per creare cooperative o associazioni per contrastare il fenomeno.

È il caso per esempio dell’iniziativa ‘Una casa per chi la usa’, lanciata a Moena nel 2024 da un gruppo di residenti per dare la possibilità di restare a chi vuole vivere e lavorare in valle, collaborando in sinergia con i proprietari di immobili per garantire soluzioni abitative accessibili. Il concetto essenziale è quello di passare da un luogo consumato a uno vissuto, consapevoli che solo tutelando l’identità della valle e di chi la abita è possibile offrire un’accoglienza di qualità ai visitatori.

Val di Fassa sostenibile

Mobilità e flussi

Un altro tema centrale è la mobilità: è necessario implementare il sistema di trasporto pubblico Brt Bus Transit, ossia un sistema rapido e integrato con autobus su corsie dedicate. Realizzato con attenzione e senza intaccare suoli liberi, offre un’alternativa valida all’auto privata, migliorando fortemente la mobilità urbana e riducendo traffico, inquinamento e tempi di percorrenza. L'implementazione di questo nuovo sistema di trasporto è collegata alle Olimpiadi Invernali del 2026.

Gli enti lavorano in sinergia con l’Azienda di Promozione Turistica anche per migliorare l’affidabilità del servizio skibus e rendere più sostenibili ed efficienti gli spostamenti sui passi. 

Un impegno concreto è anche nel destagionalizzare i flussi: manifestazioni, eventi ed attività si concentrano in primavera e in autunno, rifugi e alberghi restano aperti fino a ottobre o novembre. Collaborando con operatori locali e istituzioni, l’APT della Val di Fassa si impegna a sviluppare un’offerta turistica sostenibile e diversificata, capace di attrarre visitatori durante tutto l’anno e di ridurre la pressione nei periodi di punta, migliorando così la qualità della vita dei residenti e l’esperienza dei turisti.

Val di Fassa sostenibile

Tutela ambientale

La tutela ambientale è una priorità: dato che dalla biodiversità dipende la nostra stessa vita, risulta fondamentale incentivare la creazione e la valorizzazione di aree protette – ad esempio all’interno della Rete Natura 2000 – tutelando gli ecosistemi vallivi e montani e generando al contempo nuove opportunità di lavoro qualificato nel settore ambientale.

Inoltre, attraverso campagne di comunicazione, informazioni accessibili e un lavoro capillare e continuo di enti e operatori turistici, la Val di Fassa si impegna a promuovere una fruizione della montagna cosciente e consapevole, rispettosa della natura in cui ci si immerge - dagli alberi agli animali, dai fiori ai funghi - ma anche attenta alla sicurezza.

L’alpinismo e l’avventura restano parte della tradizione profonda della valle, appannaggio di chi della montagna fa una passione per la vita e, consapevole dei rischi e della complessità delle vette, accetta di camminare nel rispetto della natura. La cultura dell’alta montagna viene promossa e tutelata come componente essenziale dell’identità di questo territorio, ma anche ponte fra culture diverse e fra spirito di avventura e necessità di riflessione continua, su se stessi e sul proprio rapporto con la roccia, il ghiaccio, il cielo.

Ci sono luoghi che hanno diritto di restare inaccessibili, nel loro mistero e altri che saranno lì, a portata di mano, fra il profumo del fieno e la quiete di un lago alpino, nell’accoglienza di un buon rifugio e nel silenzio di un sentiero fra i pini.

L’esperienza della montagna è per tutti, ma è diversa per ciascuno di noi.

Val San Nicolò | © Alex Moling

Da volume a valore

Si fa sentire forte dunque l’assunzione di responsabilità da parte della comunità che ribadisce come il futuro del territorio sia una responsabilità individuale e collettiva. Ciascuno nel proprio ruolo ha il diritto e il dovere di immaginare la crescita e il miglioramento della propria terra e la responsabilità di rendere reale questa visione.

Del resto, la sostenibilità non si esprime solo in termini tecnici o certificazioni, ma nasce dall’educazione, dalla consapevolezza e dalla cittadinanza attiva. Ciò che si è, la propria identità, è la base da cui partire per reinventarsi e decidere chi si vuole diventare. Chiave è il concetto “da volume a valore”: la cultura e le tradizioni ladine, il verde dei boschi, il bianco della neve e il blu del cielo, amore di una vita per chi li ha nell’anima e nel cuore, possono e devono essere anche l’orgoglio del futuro.

Quali le strade migliori per fare della Val di Fassa un esempio di responsabilità sociale e ambientale e al contempo una destinazione turistica accogliente e aperta al mondo? L’esigenza dei cittadini di essere protagonisti delle scelte che riguardano valle, paesi e montagne emerge ogni giorno di più e la comunità tutta chiede di essere riconosciuta a livello locale, regionale e nazionale nel definire prospettive e linee operative per un nuovo modello di turismo e gestione del territorio.

Val di Fassa sostenibile

La Val di Fassa non è certo la sola ad affrontare queste sfide: Nicolò Weiss, direttore dell’Apt Val di Fassa, ricorda che sull’arco alpino, a fronte di 14 milioni di abitanti, ogni anno si registrano 120 milioni di presenze turistiche, a cui va aggiunta una stima di 100 milioni di escursionisti. Le Alpi ormai rappresentano il 43% del turismo montano invernale a livello globale.

Ciononostante, la Val di Fassa è osservata speciale fra gli osservati speciali proprio per la sua fama - e i conseguenti numeri di arrivi - in crescita vertiginosa. Molti guardano con attenzione al suo esempio: la responsabilità di un percorso di turismo responsabile effettivo è dunque verso la cittadinanza e l’equilibrio naturale del territorio, ma anche verso tutti coloro che nella Val di Fassa potranno trovare un modello vincente da imitare e replicare. Una strada non semplice, eppur possibile, che vivrà nella determinazione di enti e comunità, forte della partecipazione attiva di chi viene come ospite e che, oltre a un pezzo di cuore, su queste montagne può lasciare anche idee, rispetto e responsabilità.

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Pubblicato il 05/08/2025