Dai ghiacci ai laghi, ecco lo sci alpinismo in Trentino 

Vette altissime, pareti verticali, distese di neve immacolata: un mondo intero in pochi chilometri

Scendere lungo ripidi canali, stretti fra le scoscese pareti dolomitiche. Oppure risalire ghiacciai d’alta quota, dove ancora affiorano testimonianze della Grande Guerra. Avventurarsi lungo i versanti disabitati di una catena montuosa oppure lasciare la propria traccia sulla neve dei monti che sovrastano il Garda, dove sembra di sciare su un fiordo norvegese.

Il Trentino per gli appassionati di sci alpinismo è così: un ricco “catalogo di esperienze” in cui affrontare le prove più diverse, attraverso luoghi distanti poche decine di chilometri, scegliendo la propria destinazione anche in base alla stagione.

 Cima Roma - Sci Alpinismo - Skialp | © Thomas Griesbeck

Trentino occidentale

Il Trentino occidentale è il regno dell’alta quota: la Presanella è la vetta più alta interamente in Trentino, a quasi 3.600 metri, ma ai confini tra la Lombardia e l’Alto Adige, nel parco nazionale dello Stelvio, si sale ancora di più, inoltrandosi dalla Val di Peio verso il Monte Vioz, il Palon dela Mare e il Cevedale, a oltre 3.700 metri di quota.

Escursioni lunghe, faticose, ma di grande soddisfazione, da affrontare nei mesi primaverili, quando le giornate sono lunghe e la neve è stabile, magari accompagnati da una guida.

 

Trentino orientale

Nelle Dolomiti del Trentino orientale chi ama l’alta quota sceglierà la Marmolada, dove si sale dal passo Fedaia lungo il ghiacciaio verso Punta Rocca (più abbordabile) o Punta Penia (riservata a chi ha doti alpinistiche) per ammirare dall’alto (oltre 3.300 metri) tutte le montagne circostanti.

Per gli amanti del freeride ecco il Sass Pordoi: dal passo Pordoi si raggiunge il Rifugio Maria con la funivia per poi tornare in valle di Fassa con una lunga discesa attraverso la selvaggia val Lasties.

Più a sud, lungo i pendii che portano a Cima Bocche e Cima Juribrutto si respira ancora l’atmosfera della Grande Guerra, lungo le creste dove si fronteggiarono i militari austriaci e italiani.

Si sale nel territorio del Parco di Paneveggio, poco a monte di Predazzo, attraverso versanti adatti a molti sciatori, dove lo sci alpinismo si può praticare anche nel cuore dell’inverno, con una vista spettacolare sulle Pale di San Martino.

E per chi vuole attraversare gli altopiani rocciosi delle Pale, simili d’inverno ad un deserto bianco, la destinazione classica è Cima Fradusta, magari salendo da San Martino di Castrozza con la funivia del Rosetta per abbreviare l’avvicinamento.

Sci alpinismo nel bosco verso Malga Canvere | © Federico Modica

Il selvaggio Lagorai

Per chi ama gli spazi ampi e incontaminati, da passo Rolle fino all’altopiano di Piné si estende una lunga catena montuosa, di porfido e granito, chiamata Lagorai: alle estremità orientali ecco i monti Fravort e Gronlait, nomi strani, a dominare una valle in cui si parla il mocheno, con pendii accessibili e grandi panorami.

Più impegnativa Cima d’Asta, nel cuore più impervio del Lagorai, dove la quota sale a quasi 2.800 metri e le difficoltà aumentano di conseguenza.

 

Neve e lago

Sul Palon (Monte Bondone) si sale con una vista diretta sulla città di Trento, mentre sul Monte Altissimo e sullo Stivo, nel Basso Trentino, si può sciare a picco sul lago di Garda, che da lassù appare come un fiordo norvegese: un incredibile matrimonio tra la neve e la vegetazione mediterranea in riva al lago.

Questo è il Trentino, dove bastano un paio d’ore (in auto) per passare da una discesa sul ghiacciaio a un tuffo nel lago, nello stesso giorno.

Grostè - Cima Roma - Sci Alpinismo  | © Thomas Griesbeck

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Pubblicato il 16/11/2021