IL RACCONTO DEL TERRITORIO CONTINUA A TAVOLA

Sono i tre pilastri dell'agroalimentare trentino, ai quali si affiancano specialità più di nicchia, autentiche prelibatezze per i gourmet: dai mieli di montagna alle birre artigianali

IL RACCONTO DEL TERRITORIO CONTINUA A TAVOLA #1
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IL RACCONTO DEL TERRITORIO CONTINUA A TAVOLA #2
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IL RACCONTO DEL TERRITORIO CONTINUA A TAVOLA #3
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IL RACCONTO DEL TERRITORIO CONTINUA A TAVOLA #4
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Sapori e profumi che attingono da tradizioni e saperi antichi, nell'enologia, nella caseificazione, nella frutticoltura. I vini, i formaggi di malga, le mele ed i piccoli frutti, le trote e i salmerini allevati nelle acque pure di torrente, e tante altre di eccellenza dell'agroalimentare Trentino raccontano questo territorio senza bisogno di parole, nel rispetto della natura e della sostenibilità.

 

L'aria pura delle Dolomiti e la particolare morfologia montuosa rendono il Trentino un ambiente unico per la produzione enologica, donando ai vini aromi particolari: il risultato è un’area di viticoltura montana tra le più importanti d'Italia e d'Europa.

E qualificata è anche la presenza di vini rappresentativi come gli autoctoni Nosiola, dal quale si ottiene anche il Vino Santo, nella Valle dei Laghi, il Marzemino della Vallagarina, il Teroldego della Piana Rotaliana che si fregiano della DOC Trentino, oltre al Müller Thurgau che in Val di Cembra ha trovato un habitat ideale.

Qualsiasi momento è quello giusto per un brindisi a base di “bollicine” di montagna made in Trentino, quelle dello spumante Trentodoc, ottimo per l’aperitivo, ma anche per accompagnare la cena. Un'eccellenza apprezzata a livello internazionale che racconta forse meglio di molte parole questa provincia, la sua natura, il suo ambiente e la sua montagna. Se per produrre un vino fermo bastano spesso pochi mesi, per Trentodoc – vino spumante metodo classico – è necessario un periodo molto più lungo, che va da un minimo di 15 mesi, come stabilito dal disciplinare, fino a 10 anni per una grande riserva. A tutelare la qualità del metodo di produzione di questi spumanti c’è l’Istituto Trento Doc, nato nel 1984.

C’è poi la grappa per riscaldare lo spirito e rinsaldare amicizie davanti al fuoco di un caminetto. Sono tre le tipologie principali, quelle ricavate da uve aromatiche, quelle destinate all’invecchiamento e quelle ottenute da vinacce miste, il tutto con la garanzia del marchio di tutela Trentino Grappa.

 

Sono circa 70 mila i quintali di latte prodotto negli alpeggi del Trentino, un alimento di alta qualità perché nasce in montagna, nelle malghe in quota, dove gli animali si nutrono ogni giorno solo di erba fresca, fiori e acqua. Un mondo autentico, genuino, come lo sono i prodotti che generosamente offre - oltre al latte fresco di qualità, il burro e i formaggi - dietro ai quali vi è l’esperienza, la passione, il lavoro manuale, l’attenzione, ma anche la fatica che malgari e allevatori dedicano ogni giorno nelle oltre 300 malghe in attività. Fiore all’occhiello della produzione casearia trentina è il Trentingrana, che insieme al Puzzone di Moena, alla Spressa delle Giudicarie e al Vezzena degli Altipani Cimbri ha ottenuto la DOP. Casolèt della Val di Sole, Tosela e Burro Botìro del Primiero sono invece Presidi Slow Food.

 

Gustose, succose, sane e nutrienti, le mele trentine, coltivate in gran parte del territorio provinciale, rappresentano il frutto simbolo di questo territorio. Famose, specialmente, sono quelle provenienti dalla Val di Non, dove le condizioni climatiche, l’esposizione del territorio e le caratteristiche del terreno sono gli elementi che hanno conferito sapore, croccantezza e fragranza inconfondibili a questo frutto. In particolare la luminosità di queste valli, con più di duemilacinquecento ore di sole in un anno, regala una maturazione perfetta; la “Mela Val di Non” è stata la prima, e finora unica, mela italiana a ricevere il riconoscimento europeo della DOP. Le varietà coltivate sono tante, ma tre spiccano principalmente: la Renetta Canada, ricca di antiossidanti, buonissima cotta, quella con cui si prepara il famosissimo Strudel; la Red Delicious (la famosa “mela di Biancaneve”), perfetta a fine pasto o sgranocchiata per merenda; e la croccante Golden Delicious, che è la mela per eccellenza, essendo la varietà più coltivata in Europa e la preferita dalle famiglie italiane. Nel registro delle denominazioni di origine dell’Unione Europea è inoltre stata iscritta l’indicazione geografica protetta (IGP) per otto varietà di mele del Trentino: Golden Delicious, Red Delicious, Gala, Fuji, Morgenduft, Renetta, Granny Smith, Pinova. Tutte queste varietà di mele presentano specifici parametri di qualità definiti in dettaglio nel disciplinare. La produzione media annua è di circa 500 mila tonnellate.

 

Gli olivi più a nord del Pianeta

Poco lontano dalle alte cime delle Dolomiti, attorno alle sponde del lago di Garda, all’altezza del 46° Parallelo Nord, le benefiche brezze del Benaco e, fra tutte, l’Óra creano un microclima unico al mondo. L’effetto è un’oasi mediterranea incastonata tra le Dolomiti che da secoli ospita la zona a vocazione olivicola più settentrionale al mondo che, grazie a metodi di produzione innovativi, ci regala oggi un rinomato olio extravergine di alto pregio.

Sono due gli aspetti che rendono speciale l’olio Evo del Garda Trentino. Il primo è il gusto, il secondo è il territorio: gli uliveti qui sono un bene culturale tramandato da coltivatori responsabili e lungimiranti di generazione in generazione.

 

Sempre più Bio

Oggi il Trentino vanta una produzione biologica pari al 6% della produzione agricola complessiva grazie ai 1214 operatori del settore e una superficie di 18.266 ettari coltivati bio. Fra le produzioni primeggiano piccoli frutti e ortofrutta, verdure e piante officinali, vigneti, foraggi e pascoli. Sul territorio sono già presenti quattro Biodistretti, aree geografiche dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, a partire da un modello biologico di produzione e consumo. Una curiosità: il comune agricolo più esteso del Trentino è proprio il capoluogo Trento con circa 1500 ettari destinati alla coltivazione. Una grande superficie coltivata, non solo a vite, e soprattutto un contesto sociale e agronomico con una spiccata sensibilità verso il biologico: il 30% della produzione del capoluogo, infatti, è certificata bio.