Festa in maschera per bambini
Le maschere salutano in allegria l'ultimo giorno di Carnevale sfilando per le vie di Moena
In Val di Fassa, il Carnevale è uno dei momenti più affascinanti e rappresentativi delle tradizioni ladine, ma anche una grande festa colorata e popolare. Dal 17 gennaio a Martedì Grasso, nei paesi della valle si rinnovano, con formule moderne, i riti atavici di passaggio dall’inverno alla rinascita della primavera. Un momento che per secoli ha rappresentato il periodo più allegro dell’anno atteso con gioia dagli anziani, che potevano ritornare bambini tra scherzi e battute spiritose contando anche sulla "copertura" delle "faceres" - le maschere lignee di eccezionale fattura realizzate dagli scultori più celebri di Fassa - e soprattutto dai giovani, che tra febbraio e marzo si univano in matrimonio.
Oggi, Martedì Grasso è atteso con trepidazione dai bambini, che per tutto il giorno possono indossare i panni di supereroi, principesse e personaggi preferiti. Il 21 febbraio a Moena, le maschere si ritrovano in Piaz de Sotegrava, alle ore 14.00, per poi sfilare lungo le strade del paese, lanciando coriandoli, stelle filanti e, magari, facendo qualche scherzetto al pubblico che osserva divertito. I festeggiamenti continuano al Parco Fiabilandia, vicino alla chiesa, con musica, animazione, balli di gruppo, face-painting ed una golosa merenda.
Ingresso al parco gratuito con possibilità di utilizzare bob/slittini/mini-snowbike e il tapis roulant per la risalita (si consigliano scarpe adeguate e guanti). In caso di inagibilità dell’area, la festa si terrà al parco giochi comunale.
Non è Carnevale senza aver assaggiato i dolci tipici, come grostoli, frittelle di mela, "fortaes" (deliziosa pasta fritta dalla caratteristica forma a chiocciola arricchita da Nutella o marmellata di mirtilli rossi) e "grafons" (ravioli dolci fritti ripieni di marmellata o uvetta). Vengono preparati da panifici, pasticcerie, gastronomie, rifugi, ristoranti e agritur della valle.
Nei giorni che precedono Carnevale, compaiono per le strade di Alba, Penìa e Canazei Laché, Bufon e Marascons, le coloratissime maschere guida del Carnevale Ladino. Anche Moena, aveva le sue maschere tipiche, che oggi s’incontrano raramente alle sfilate, come i Lonc, spiriti infernali, figure spettrali issate su pertiche e coperte da un lungo lenzuolo bianco. E poi c’erano gli Arlechign, che non hanno assolutamente niente a che fare con l’Arlecchino conosciuto nel resto d’Italia. Erano i "signori degli inferi", vestiti con stivali al ginocchio, casacca, pantaloni a scacchiera, campanelli e copricapo conico; avevano il volto celato da un velo trasparente e tenevano in mano una frusta. Un'altra tradizione di Moena che purtroppo è andata persa, era la partecipazione al corteo degli abitanti del rione Turchia, che attraversavano il centro in abiti da sultani e odalische, ricordando l’antica origine dal sapor di leggenda di questa parte del paese. Le maschere del Carnevale sono in mostra tutto l’anno al Museo Ladino in un’apposita sala dedicata alla ritualità fassana.