Sagra di Santa Giuliana
Solenne festa per celebrare Santa Giuliana, la patrona della Val di Fassa, con pellegrinaggio dal centro di Vigo al santuario sopra il paese
«Santa Giuliana, antica speme, la Val di Fassa, si affida a te» dice l’inno eseguito dal coro parrocchiale di Vigo nella festa liturgica del 16 febbraio per celebrare la protettrice della valle. La devozione alla santa martire di origine turca, considerata patrona delle partorienti, è duratura e tangibile, come dimostrano i tanti lasciti degli abitanti di Fassa.
La giornata si apre con la processione in partenza alle 9.30 dall'ex municipio (accanto all'ufficio turistico) per raggiungere il santuario posto a quota 1500 metri sul colle del Ciaslir dove sarà celebrata la Santa Messa. A seguire, la banda del paese "Mùsega da Vich" intonerà alcuni brani accompagnati da un momento di convivialità con grostoli e vin brulè offerti dal gruppo delle volontarie del paese.
All'interno della chiesa gotica, la cui punta aguzza del campanile sembra volersi allungare fin sopra le guglie del Catinaccio, la parete nord ospita un duplice ciclo di affreschi con didascalie in volgare, che narra la storia di Santa Giuliana, vergine e martire a Nicomedia (attuale Turchia) nel 305 d.C. La giovane fanciulla, di nobile famiglia romana, era stata promessa in sposa al prefetto romano della provincia di Nicomedia, ma acconsentì a concedergli la mano soltanto se questi si fosse convertito al cristianesimo. Egli, per timore delle feroci persecuzioni dell’Imperatore Diocleziano, pretendeva invece che fosse Giuliana a diventare pagana, e la fece torturare crudelmente per obbligarla ad acconsentire. La giovinetta seppe resistere eroicamente, fino alla decapitazione. Il prefetto e la sua corte caddero però vittima dell’ira di Dio, che affondò la nave sulla quale si trovavano dopo questi fatti. Si racconta anche che Giuliana, mentre si trovava rinchiusa in prigione, sia stata tentata da un demonio travestito da angelo, che la invitava a fingere di adorare gli dèi per evitare la morte; la Santa avrebbe però scoperto l’inganno e si sarebbe adirata a tal punto con lo spirito maligno da legarlo e percuoterlo con le proprie catene, trascinandolo con sé fin sul patibolo. Per questi motivi, Santa Giuliana viene raffigurata con la palma del martirio, la spada con cui venne uccisa, il manto blu e rosso, simbolo di purezza e regalità, ed un diavoletto in catene ai suoi piedi.