Un Suono in Estinzione

Un viaggio immersivo tra arte e scienza

Scric, sccrrrac, gorgl, ploc, frrr, crash, ploc... Questi suoni, che sembrano provenire direttamente dalle profondità della Terra, raccontano una storia antica. Un racconto fatto di silenzi e frastuoni, un’eco che si diffonde attraverso le valli e i ghiacciai. Acqua che fonde, neve che cade, sassi che rotolano e pezzi di ghiaccio che rimbombano, ogni suono è un frammento di una storia che rischia di svanire. 

“Shhhh, toc, pllll, rrrrrrrarrr, scric, croc.” Così si esprime il ghiacciaio, con un linguaggio che sfida il tempo e racconta di un mondo che sta cambiando. Le voci dei ghiacciai, immortali e possenti, parlano da soli, ma ascoltarle richiede pazienza. Un sussurro tra le crepe del ghiaccio, il brivido di un respiro che corre lungo le spaccature invisibili. Lì, tra i ghiacci e il vento, la natura si racconta, gorgogliando, scintillando, germogliando in un linguaggio che sfida ogni definizione. 

“Sebastião Salgado. Ghiacciai”

La mostra al Mart di Rovereto e al MUSE di Trento
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L’intuito 

Questo canto antico ha attirato l’attenzione di ricercatori e scienziati, affascinati da ciò che il ghiacciaio ha da raccontare. È stato il 2020 quando Sergio Maggioni, artista del suono (NEUNAU), ha dato vita al progetto “Un Suono in Estinzione”, un’iniziativa che ha coinvolto il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo e numerosi esperti provenienti da università ed enti di ricerca.  

Il progetto ha l’obiettivo di catturare i suoni emessi dai ghiacciai in fusione, utilizzando registratori bioacustici installati direttamente sui ghiacciai, con particolare focus sull'Adamello. Nel corso di 10 missioni, gli esploratori hanno percorso 140 chilometri, affrontato 12.000 metri di dislivello e raccolto oltre 14.000 ore di suono che hanno dato vita a una mappa sonora unica al mondo.  

Questo archivio sonoro non è solo un tesoro scientifico, ma anche una potente testimonianza della crisi climatica che sta minacciando questi ecosistemi fragili. 

Un suono in estinzione

L’installazione 

A partire dal luglio 2025, avrai l’opportunità di immergerti in questa esperienza unica attraverso un’installazione immersiva, creata in collaborazione con il  MUSE – Museo delle Scienze di Trento, il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo.  

L'installazione offrirà ai visitatori la possibilità di ascoltare i suoni dei ghiacciai in fusione, un’esperienza che unisce arte, scienza e sensibilizzazione sulla fragilità del nostro ambiente. La raccolta di questi suoni non è solo documentazione: è un’azione educativa rivolta a scuole, turisti e comunità locali, che promuove la consapevolezza sui cambiamenti climatici.  

Attraverso mostre, conferenze, film, podcast e colonne sonore, il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull'importanza di proteggere questi straordinari ecosistemi. 

 

Un suono in estinzione

Viaggio immersivo tra arte e scienza
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Il progetto 

Il progetto “Un Suono in Estinzione” ha creato una vera e propria biblioteca vivente delle voci glaciali, un patrimonio raro che aiuta a comprendere l’inestimabile valore dei ghiacciai, non solo per il paesaggio, ma anche per la nostra civiltà.  

I ghiacciai, con i loro suoni, ci parlano di un passato che sta svanendo, ma che può ancora essere preservato attraverso l’ascolto e la consapevolezza. Il cuore di ghiaccio dei ghiacciai batte forte tra le pareti dei musei e sulle cime. La scienza e l’emozione si uniscono, creando strati di percezione che coinvolgono tutti i sensi, per chiunque desideri ascoltare la voce che rischia di scomparire.  

Il progetto continuerà a esplorare nuovi ghiacciai, come la Marmolada e il Cevedale, e a spingersi fino al Polo australe, registrando i suoni che potrebbero essere persi per sempre. 

Il viaggio 

In questo viaggio sonoro, ogni scricchiolio e gorgoglio diventano un inno alla bellezza e alla memoria, un canto planetario che sfida il tempo. E se i ghiacciai un giorno dovessero svanire, la loro voce, immortale nelle registrazioni, continuerà a vivere, ricordandoci la fragilità del nostro mondo e l'urgenza di agire. 

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Pubblicato il 30/05/2025