Mentre gli uomini erano lontani…
La mostra, curata da Elena Nicolussi Giacomaz e Maura Bello, racconta la storia delle donne di Luserna dall’Ottocento fino ai giorni nostri.
Una vita particolare, quella delle donne nel borgo trentino di Luserna, oggi tra i Borghi più Belli d’Italia. Gli uomini, infatti, ogni anno migravano all’inizio di aprile e rientravano a novembre. Andavano in Germania, Svizzera o Austria a lavorare come scalpellini, e lasciavano le donne, gli anziani e i bambini a casa. Un sacrificio necessario in una terra che non poteva assicurare risorse sufficienti per tutti. Un sacrificio reso possibile dalla capacità delle donne di farsi carico di tutte le incombenze necessarie a mandare avanti la famiglia e il paese nella sua interezza, assicurandosi anche le provviste per l’inverno. Donne che collaboravano tra loro, grazie anche alla vicinanza delle abitazioni, in un paese così piccolo.
Dall’allevamento all’agricoltura, dalla raccolta dei frutti al commercio, dalla cura delle puerpere, dei bambini e degli anziani alla cura della casa. Le donne di Luserna si occupavano di tutto.
La mostra “Radici. Storie di donne, di lavoro e di montagna” racconta tutto questo. Lo fa attraverso immagini di repertorio, documentari e oggetti d’epoca. Ognuno di essi racconta una storia, come la biancheria, che componeva la dote di una futura sposa, ricamata durante le lunghe serata del filò davanti al camino, mentre si raccontavano storie, dove le creature magiche dei boschi convivevano serenamente di fianco il ritratto dei santi.