UN TOUR SULLE TRACCE DI SCRITTORI, POETI, ALPINISTI
I primi a raccontare le bellezze del Trentino furono i protagonisti del Grand Tour in Italia, come il grande letterato tedesco Goethe ma numerosi sono i paesaggi e le ambientazioni trentine che hanno ispirato alcuni tra i più grandi scrittori come Thomas Mann o gli italiani Buzzati e Pratolini
Per scoprire un Trentino diverso un nuovo spunto potrebbe essere quello di attraversare le sue vallate sulle orme dei grandi personaggi della storia che hanno vissuto, in più epoche, questi luoghi nel corso di viaggi, soggiorni e avventure. L’occasione può anche essere propizia per uscire dai circuiti tradizionali e magari scoprire i luoghi meno conosciuti, che già ispirarono queste grandi menti.
Fra gli ospiti più illustri che hanno soggiornato in Trentino, senz’altro un riguardo speciale va riservato a Sigmund Freud (1856-1939), il fondatore della psicoanalisi, che legò il suo nome a quello di Lavarone ed al suo lago. Freud fu un grande amante della montagna e un grande viaggiatore ed i viaggi furono, insieme alla psicoanalisi e all’archeologia, la grande passione della sua vita. Non è quindi un caso che la sua mèta preferita fosse l’Italia e durante i numerosi viaggi intrapresi tra il 1895 e il 1923, Freud toccò molte volte anche il Trentino, allora provincia dell’Impero Austro-Ungarico. In famiglia era espressamente riservato a lui il compito della scelta della località di villeggiatura, compito che il celebre psicoanalista svolgeva con estrema serietà e minuzia. Come ricorda il figlio Martin nel libro di memorie Mio padre Sigmund Freud, la preparazione di ogni viaggio era “un’autentica arte” per Freud, il quale “ogni anno vagava come un esploratore per le montagne in cerca del posto più bello dove soggiornare con la famiglia".
Forme ardite che assumono un arcobaleno di colori in costante mutazione fino al momento magico dell'enrosadira all’ora del tramonto, e dal 2009 anche inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco: sono le Dolomiti. E tra i luoghi del territorio trentino eletti dai più grandi viaggiatori della storia, ci sono anche queste mitiche montagne. Le emozionanti visioni delle vette rosate hanno infatti stregato avventurieri e alpinisti decisi a misurarsi sulle pareti più impervie, ma anche naturalisti, fotografi, documentaristi, per non parlare di scrittori e letterati, in cerca di ispirazione. Dino Buzzati (1906-1972), scrittore e giornalista, fu assiduo frequentatore delle Pale di San Martino, e persino scrisse il suo capolavoro Il Deserto dei Tartari ispirandosi proprio all’altopiano delle Pale. Artista eclettico, portava sempre nel portafoglio una raffigurazione del Duomo di Milano con le sembianze della Cima Canali (parte delle Pale di San Martino), e le Pale ispirarono in effetti anche altri suoi componimenti e articoli.
Trentino terra di vette ma anche di laghi, fiumi, torrenti, cascate. Accanto alle montagne l'elemento che caratterizza e modella il paesaggio trentino è sempre stata l'acqua. Il più noto dei laghi trentini, il Lago di Garda, coi suoi venti Òra e Pelèr che ne mitigano il clima tanto da renderlo un micro habitat mediterraneo, seppur incastonato tra scoscese pareti di roccia, non poteva che essere la meta ideale di viaggiatori di tutte le epoche, in particolare quella del Grand Tour. Un nome su tutti, quello di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832), che nel 1786, durante il suo celebre viaggio in Italia, giunse in Trentino ridiscendendo attraverso la valle dell’Adige e rimanendo impressionato dalla Piana Rotaliana che testualmente definì “il più bel giardino vitato d’Europa”. Dopo essersi fermato a soggiornare a Trento e a Rovereto, giunse a Torbole potendo ammirare l’ambiente mediterraneo ed italiano del Garda. “Con che ardente desiderio vorrei che i miei si trovassero un momento con me, per poter gioire alla vista che mi sta davanti”, scrive il poeta nel suo diario, e proprio il grande letterato tedesco ha contribuito a creare l’immagine del Garda magnificandone l’atmosfera e rinnovando il senso del "lago marino" di Virgilio. Successivamente, nel 1800, nobiltà europea, borghesi e intellettuali erano soliti svernare nei dolci borghi d’Italia e talora, approfittando del clima favorevole, godere di cure termali e soggiorni di cura.
Tra gli italiani, Gabriele d’Annunzio (1863-1938) fu tra i personaggi di eccellenza che hanno frequentato il lago di Garda. Il grande poeta nazionale amava trascorrere lunghi periodi di soggiorno al lago, ma come appassionato di sport velici, fu uno dei primi sostenitori del circolo velico “la Fraglia” di Riva del Garda, tanto da esserne stato nominato Presidente ab aeterno dai soci dell’associazione. Anche Vasco Pratolini (1913-1991), uno dei massimi rappresentanti del neorealismo del secondo dopoguerra, fu uno dei più famosi e assidui frequentatori delle sponde trentine del Benaco. I suoi romanzi costituirono un culto per le generazione del dopoguerra, e testimoniano con efficacia il clima sociale e culturale di quel periodo. Tra il 1935 e il 1936, Pratolini soggiornò ad Arco nei sanatori Villa delle Rose e Villa Bellaria e racconta i mesi della malattia in alcune pagine raccolte nel Diario sentimentale, in particolare nei capitoli Gli uomini che si voltano, il Diario di Villarosa e il Taccuino del convalescente, descrivendola come “una bella villetta dipinta di rosa, con un giardino, una vasca, un grosso cedro, una veranda, delle terrazze, e una torricina per solaio, la circondano le montagne, e c’è il lago vicino”.