ITINERARI TRA SPETTACOLARI FIORITURE ALPINE

Dalla primavera all'estate, da zero a 2000 metri in Trentino si rincorrono le fioriture di migliaia di specie floristiche che trasformano prati e pendii a tutte le quote in variopinte tavolozze dei più diversi colori, in un trionfo di biodiversità: i meleti in Val di Non, i rododendri e le orchidee in Val di Fiemme, i botton d'oro sul Monte Baldo

ITINERARI TRA SPETTACOLARI FIORITURE ALPINE #1
ITINERARI TRA SPETTACOLARI FIORITURE ALPINE #1
ITINERARI TRA SPETTACOLARI FIORITURE ALPINE #2
ITINERARI TRA SPETTACOLARI FIORITURE ALPINE #2
ITINERARI TRA SPETTACOLARI FIORITURE ALPINE #3
ITINERARI TRA SPETTACOLARI FIORITURE ALPINE #3

Ad un primo colpo d'occhio sembra una classica distesa tibetana, invece siamo nel settore settentrionale delle Dolomiti di Brenta a quasi 2000 metri di altezza, tra le valli di Non e Sole. Questo esteso e poco conosciuto altopiano si chiama Pian della Nana e per geologi, paleontologi e botanici rappresenta una palestra di osservazione unica nel suo genere. Ai piedi del Monte Peller, è un verde anfiteatro delimitato da Dolomie e curiose intrusioni di roccia rossastra dove assistere ad una spettacolare fioritura alpina. Sono 431 le specie che tra maggio ed agosto alternano lo sbocciare di fiori sempre diversi. L’apice si raggiunge a giugno, il periodo più indicato per un'escursione botanica, eventualmente pernottando nel vicino rifugio SAT Monte Peller.

Più di 1000 specie di fiori spontanei colorano invece i prati della Val di Ledro e questa varietà è uno dei motivi che hanno permesso al territorio di essere incluso nella Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria. Un autentico scrigno di biodiversità che richiama ogni anno appassionati e botanici da tutta Europa. Qui ci si imbatte in specie tipiche della flora mediterranea - nelle zone più prossime al Lago di Garda - ma anche nelle stelle alpine sulle creste sopra i 2000 m che circondano la Val di Concei. Di particolare pregio è anche l'Alpe di Tremalzo dove crescono 24 specie rare e per questo protette. In Val di Ledro particolarmente facili da raggiungere sono i pascoli in località Dromaè, un alpeggio sopra il paese di Mezzolago. Si cammina per un paio di ore percorrendo il Sentiero Botanico, attraversando pinete di Pino Silvestre, faggete, boschi di latifoglie. Da maggio a giugno i pascoli si trasformano in un unico tappeto bianco e fucsia di Narcisi e Peonie selvatiche che offrono giochi cromatici davvero insoliti. Ma con un po' di attenzione si possono osservare anche Orchidee selvatiche, Anemoni e Gigli. Lungo l'itinerario si incontrano anche diversi camminamenti della Grande Guerra.

Hortus Italiae era il nome del Monte Baldo nell'antichità. La sua flora ricca di endemismi pre-glaciali è un trattato di botanica a cielo aperto sfogliato nei secoli da tutti i maggiori naturalisti europei. Non stupisce dunque che molte specie botaniche vengano accompagnate dall'aggettivo "baldensis", a sancirne la specificità e la tipicità.

Qui, sulle praterie in quota, particolarmente spettacolare è la fioritura del Botton d’oro, inconfondibile per i fiori di intenso colore giallo, e di numerose altre specie officinali. Per osservarla ci si può incamminare lungo uno dei quattro percorsi che formano il "Trekking delle malghe e dei fiori del Baldo" ideato per far conoscere, attraverso forme di turismo consapevole e sostenibile, questo patrimonio di biodiversità e natura che caratterizza le sue praterie alpine.

Il

Ad un primo colpo d'occhio sembra una classica distesa tibetana, invece siamo nel settore settentrionale delle Dolomiti di Brenta a quasi 2000 metri di altezza, tra le valli di Non e Sole. Questo esteso e poco conosciuto altopiano si chiama Pian della Nana e per geologi, paleontologi e botanici rappresenta una palestra di osservazione unica nel suo genere. Ai piedi del Monte Peller, è un verde anfiteatro delimitato da Dolomie e curiose intrusioni di roccia rossastra dove assistere ad una spettacolare fioritura alpina. Sono 431 le specie che tra maggio ed agosto alternano lo sbocciare di fiori sempre diversi. L’apice si raggiunge a giugno, il periodo più indicato per un'escursione botanica, eventualmente pernottando nel vicino rifugio SAT Monte Peller.

Più di 1000 specie di fiori spontanei colorano invece i prati della Val di Ledro e questa varietà è uno dei motivi che hanno permesso al territorio di essere incluso nella Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria. Un autentico scrigno di biodiversità che richiama ogni anno appassionati e botanici da tutta Europa. Qui ci si imbatte in specie tipiche della flora mediterranea - nelle zone più prossime al Lago di Garda - ma anche nelle stelle alpine sulle creste sopra i 2000 m che circondano la Val di Concei. Di particolare pregio è anche l'Alpe di Tremalzo dove crescono 24 specie rare e per questo protette. In Val di Ledro particolarmente facili da raggiungere sono i pascoli in località Dromaè, un alpeggio sopra il paese di Mezzolago. Si cammina per un paio di ore percorrendo il Sentiero Botanico, attraversando pinete di Pino Silvestre, faggete, boschi di latifoglie. Da maggio a giugno i pascoli si trasformano in un unico tappeto bianco e fucsia di Narcisi e Peonie selvatiche che offrono giochi cromatici davvero insoliti. Ma con un po' di attenzione si possono osservare anche Orchidee selvatiche, Anemoni e Gigli. Lungo l'itinerario si incontrano anche diversi camminamenti della Grande Guerra.

Hortus Italiae era il nome del Monte Baldo nell'antichità. La sua flora ricca di endemismi pre-glaciali è un trattato di botanica a cielo aperto sfogliato nei secoli da tutti i maggiori naturalisti europei. Non stupisce dunque che molte specie botaniche vengano accompagnate dall'aggettivo "baldensis", a sancirne la specificità e la tipicità.

Qui, sulle praterie in quota, particolarmente spettacolare è la fioritura del Botton d’oro, inconfondibile per i fiori di intenso colore giallo, e di numerose altre specie officinali. Per osservarla ci si può incamminare lungo uno dei quattro percorsi che formano il "Trekking delle malghe e dei fiori del Baldo" ideato per far conoscere, attraverso forme di turismo consapevole e sostenibile, questo patrimonio di biodiversità e natura che caratterizza le sue praterie alpine.

Il Monte Casale è la montagna più panoramica della Valle delle Terme di Comano. A maggio qui la natura si risveglia e la fioritura sembra un variopinto quadro dove i colori si mescolano con i delicati profumi della primavera. Nel grande prato sommitale si osservano il Tulipano di Montagna, l’Orchidea, la Peonia Officinale, le Genziane, il Crocus, il Giglio martagone, il Rododendro Rosso, la Ginestra stellata, e poi la Sperula, il Mirtillo Rosso, l’Arnica di Montagna, l’Erica Erbacea e lo Spinacio Alpino. L’escursione a piedi parte dall’abitato di Comano seguendo il sentiero SAT n. 411 fino alla Capanna Don Zio (aperta nei weekend), ideale per una sosta. Proseguendo tra i prati per altri 15 minuti si raggiunge la cima del Monte Casale e un orizzonte di montagne davvero unico.

Con l'avanzare della primavera la Valle di Non, la valle delle mele, da grande distesa verde, in pochi giorni, si colora di un bianco candido e di un rosa tenue. La fioritura dei meli, a fine aprile, è un momento irripetibile per scoprire questa valle ricca di piccoli borghi carichi di storia, ma anche di ambienti naturali davvero particolari come i numerosi “canyon”. La maggior parte si raggiunge grazie ai numerosi percorsi escursionistici e ciclopedonali proprio attraverso le distese di meleti in fiore. In particolare l’itinerario didattico “Al Meleto” è una passeggiata di soli 5 chilometri (si percorre in meno di 2 ore) per grandi e piccini. Un itinerario per scoprire luoghi nuovi, conoscere le mele e come vengono coltivate grazie ad alcuni pannelli didattici, giocare con gli insetti, ammirare scorci sulla valle insoliti, tra meleti e boschi, panorami unici sui canyon e il lago di Santa Giustina, riposare nel bosco, annusare, indovinare, leggere. La partenza è dal centro di Romallo.

A Passo Lavazè in val di Fiemme, al confine tra Trentino e Alto Adige, a primavera si ammirano Orchidee spontanee e profumatissime che odorano di vaniglia e cioccolato, ma anche Stelle alpine che popolano le rocce striate da fossili di alghe marine, perché stiamo camminando sulla dolomia emersa da un mare tropicale milioni di anni fa. Quassù specie diverse condividono un’unica terrazza fiorita, fra torbiere, pascoli e due cime gemelle, tanto vicine quanto diverse. E si può osservare anche una pianta carnivora tentacolare originaria del Sud Africa, la Drosera intermedia. Abita a 1780 metri nelle torbiere dell’Altopiano di Lavazé “Becco della Palua” e “La Torba” parte di un unico biotopo Alta non più di venti centimetri sembra ricoperta di rugiada, ma in realtà le sue foglie sono cosparse di peli che terminano con gocce vischiose e lucenti. I malcapitati insetti non hanno scampo fra questi tentacoli appiccicosi. I versanti del Corno Bianco (dolomia) e Corno Nero (porfido) ospitano differenti varietà di fiori. Nel mese giugno, ad esempio, sul Corno Bianco fiorisce il Rododendro irsuto, con le caratteristiche foglie pelose, mentre sul Corno Nero sboccia il Rododendro ferrugineo con le foglie lucide e glabre.

 

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