ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI

Il territorio a nord di Trento, dove sul fondovalle e sulle colline a est si producono da secoli vini dalla forte personalità, è al centro di una nuova proposta di cicloturismo: un itinerario tra i borghi e le cantine della Piana Rotaliana e delle Colline Avisiane. Wine trekking in Vallagarina, nelle cantine dei vignaioli eroici in Val di Cembra e tra i produttori della Nosiola

ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #1
ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #1
ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #2
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #3
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #4
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #5
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #6
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #7
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #8
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #9
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #10
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ROTALIANA TRA CANTINE E VIGNETI IN SELLA AD UNA BICI #11
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Ci sono storie affascinanti dietro un vino, storie che spesso hanno attraversato i secoli per poi essere affidate ad una nuova generazione di vignaioli che ne scriveranno altre. Succede in particolare in una delle zone produttive più antiche della regione alpina, la Piana Rotaliana (a nord di Trento), “il più bel giardino vitato d’Europa”, ammirato e raccontato da Johann Wolfgang Goethe nelle pagine del “Viaggio in Italia”. Terreni alluvionali, alimentati dall’Adige e dai suoi affluenti, e una barriera naturale di montagne che tiene lontane le correnti più fredde, hanno creato le condizioni ideali per far crescere un vitigno autoctono che dà un vino rosso dalla forte personalità, dal carattere distintivo e inconfondibile, il Teroldego Rotaliano D.O.C. Corposo, generoso ed elegante, profondamente territoriale (prima D.O.C. riconosciuta in Trentino) e per questo unico. Nei palazzi della corte Asburgica era il “Tiroler Gold”, l’Oro del Tirolo, ma le origini del nome si perdono nei secoli, riemergono tra le pagine delle “Historie” del Concilio tridentino che citano “li vini teroldeghi…” Anche il suo colore rosso rubino si lega ad una leggenda: racconta di un drago che terrorizzava la popolazione e quando fu ucciso con uno stratagemma dal nobile Conte Firmian, dalle gocce del suo sangue cadute sul terreno spuntarono viti di Teroldego. Storie che oggi si possono conoscere grazie ad un nuovo percorso cicloturistico che tocca i luoghi più suggestivi della Piana Rotaliana - Königsberg e attraversa vigneti, fiumi, risale colline panoramiche, raggiungendo borghi, cantine, masi storici e agriturismi, dove scoprire i sapori dell’enogastronomia trentina.

Il Giro del Vino 50 si immerge per circa 50 km nella Piana Rotaliana e abbraccia tutti i 6 borghi del territorio, con sconfinamenti a nord verso Salorno (Alto Adige) e a est verso Giovo (Valle di Cembra). Il percorso si compone di due anelli: quello a nord, tutto pianeggiante, e quello a sud, con salite e maggior dislivello, ma più panoramico, attraverso la fascia collinare. Questo tour conduce attraverso paesaggi vitati di grande bellezza toccando numerose aziende vitivinicole e gemme architettoniche da scoprire una ad una, accompagnati dal tranquillo scorrere dell’Adige. Naturalmente è sempre possibile fare tappa nelle oltre 50 cantine lungo il percorso. Dalle piccole aziende familiari alle cantine sociali, è possibile prenotare una visita guidata e una degustazione.

Per apprezzare al meglio il tour è consigliato percorrerlo in senso antiorario. Anche la segnaletica è stata predisposta con questo criterio e oltre alla posizione di tutte le realtà del territorio, fornisce informazioni aggiuntive sulla natura dei suoli e sugli eccellenti vini prodotti in una specifica zona: Teroldego, Nosiola, Müller Thurgau, Trentodoc.

Trattandosi di un giro ad anello, è possibile iniziare a pedalare in qualsiasi punto. Tecnicamente è poco impegnativo, anche se in alcuni tratti è ripido e stretto. Le bici consigliate per questo tour sono da Gravel, Trekking oppure un’e-bike in versione MTB o turismo.

Questo percorso è direttamente accessibile dalla ciclabile della Valle dell’Adige, ma anche in treno: la stazione ferroviaria di Trento è a pochi chilometri e i treni regionali fermano sia a Mezzocorona che a Lavis, mentre tutte le borgate del territorio sono collegate dalla ferrovia locale Trento-Malè che effettua il trasporto bici su prenotazione.

Informazioni: https://girodelvino50.it/

 

ALTRE PROPOSTE

Wine trekking nei vigneti lagarini

Vigneti “eroici”, che si spingono oltre i 700 metri di quota e che assicurano produzioni di qualità, hanno convinto la prestigiosa rivista newyorkese Wine Enthusiast a nominare il Trentino “Wine Region of the Year 2020”. Ma il territorio è apprezzato a livello internazionale anche per la qualità dell’offerta outdoor da vivere a contatto con la natura. Ed ecco allora che unire le due passioni rende l’esperienza indimenticabile, quando alla camminata segue il piacere di una visita in cantina per bere un calice di vino in compagnia del vignaiolo che lo ha prodotto.

La Vallagarina è la zona vitata più ampia del Trentino. Tra borghi barocchi, campi di mais, colline, terrazzamenti è un autentico forziere di vitigni autoctoni e vini pregiati: il Trentodoc e gli eccellenti rossi autoctoni come Marzemino, Enantio e Foja Tonda. Una vera chicca è il trekking proposto a Borgo dei Posseri nel comune di Ala, a 625 metri di altitudine. Un cammino da compiere in autonomia, magari a ritmo lento. Si parte dalla cantina muniti di cartina e di un cestino di prodotti locali, refrigerio per le soste lungo l’itinerario: seguendo la mappa si percorre un tragitto multisensoriale contraddistinto da isole dove sostare vicino alla vigna e degustare sul posto il vino che nasce proprio da quel certo filare. https://borgodeiposseri.com/enotour/

Nella Valle di Cembra tra muretti a secco e vignaioli eroici

In Trentino si possono osservare i vigneti più alti d’Europa e la maggior parte si trova in Valle di Cembra. È quassù che nasce il Müller Thurgau, il “montanaro” tra i vitigni del Trentino, re degli aperitivi e della leggera cucina estiva. E in questa valle si entra nelle cantine di montagna, per assaggiare i loro vini, profumatissimi, grazie al clima fresco che ne affina il bouquet. Una giornata tra le cantine della valle (le caneve) è come un’immersione nella storia dell’architettura agricola di montagna: sono oltre 700 km i muretti a secco a sostegno dei terrazzamenti secolari dei vigneti con pendenze oltre il 40%.

Le caneve dei viticoltori sono spesso ricavate nei volti delle case di paese: qui ci si immerge in uno spaccato di vita autentica e operosa, un raro esempio di passione condivisa e trasmessa da più generazioni.

Per scoprirle si può iniziare dal comune di Verla di Giovo e visitare Villa Corniole della famiglia Nardin, un’azienda al femminile che propone vini eccellenti conosciuti in tutto il mondo da godere nella bella e attrezzatissima cantina scegliendo tra diverse esperienze. www.villacorniole.com

L’itinerario prosegue in direzione Cembra, cuore della vallata. Qui non mancano le opportunità di fare visita ad alcune delle cantine più premiate del Trentino: Cembra Vini di Montagna è la più alta cantina cooperativa del Trentino, un esempio di eccellenza nella produzione ma anche nell’accoglienza e nell’organizzazione del servizio visite. www.cembracantinadimontagna.it

Nella storica contrada Carraia del paese si può poi visitare l’azienda Nicolodi Alfio, vignaiolo caparbio e appassionato, che oltre al Müller Thurgau dedica molte energie al reintegro dei vitigni storici e dimenticati della valle, come il Lagarino.

www.cembranidoc.it/it/consorziati/alfio-nicolodi

 

Dalle colline avisiane alla Valle dei Laghi per scoprire un’uva “al femminile”

Il Trentodoc, il Teroldego, lo Chardonnay, il Müller Thurgau. Forse non ci si fa caso, ma normalmente i nomi dei vini sono di genere maschile. Il Trentino fa eccezione: perché qui si trova un’uva femminile capace di conquistare tanti estimatori, la suadente Nosiola!

Coltivata da lungo tempo in Val d’Adige, in Val di Cembra, in Vallagarina e in Valle dei Laghi, l’uva Nosiola viene citata negli archivi storici già nel 1800 ed è considerata oggi il principale vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino. Non sfugge l’assonanza di Nosiola con il termine “nocciola”. Ed è proprio così: il suo profumo e il gusto leggermente ammandorlato le hanno regalato questo nome.

Sensuale e più morbida nei profumi è la Nosiola della Valle dei Laghi che prospera riscaldata dal sole e beneficia della frescura dell’Ora del Garda, il vento che qui compare da pomeriggio a sera. Il clima della zona e la vicinanza di bellissimi laghi regalano la condizione ideale per l’appassimento delle uve nei fruttai delle cantine dove nasce il Vino Santo Trentino, uno dei più ricercati vini passiti d’Italia. Il suo nome nasce dalla tradizione di spremere le uve a lungo appassite proprio nella Settimana Santa. La primavera è il periodo migliore per lasciarsi stupire dal paesaggio in Valle dei Laghi. A pochi chilometri dalla città di Trento in direzione sud ovest si entra nella silenziosa e pittoresca valle di Cavedine. Nel piccolo comune di Lasino si visita la cantina Pravis di Giulia ed Erika Pedrini: una splendida cantina di pietra tra le fratte, i tipici vigneti terrazzati a pietra che ospitano le vigne di Nosiola. www.pravis.it

Scendendo a valle si incontra uno degli angoli più romantici del Trentino, il lago di Toblino. Qui è consigliata una sosta alla Cantina di Toblino operosa realtà cooperativa che raccoglie buona parte dell’uva Nosiola della vallata. E la sua Hosteria Toblino è un paradiso per gourmet. www.toblino.it



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