A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO

Accanto alla mostra, che negli spazi del MART celebra la figura dell’artista, si aggiungono le proposte dei principali musei trentini per la stagione invernale

A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO  #1
A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO #1
A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO  #2
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A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO  #3
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A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO  #4
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A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO  #5
A ROVERETO L’ARTE TOTALE DI FORTUNATO DEPERO #5

Depero new Depero è il titolo della nuova mostra ospitata negli spazi del Mart. Visitabile dal 21 ottobre al 13 febbraio 2022, intende valorizzare la figura di un artista che, nella sua lunga e multiforme esperienza, ha creato una forma d’arte totale. Capace com’era di spaziare dalla pittura al teatro, dalla scenografia alle arti applicate, dall’editoria alla pubblicità, per affermarsi tra i protagonisti del movimento futurista.

Nato in Trentino nel 1892, alla sua morte, nel 1960, lasciò al Comune di Rovereto l’unico museo futurista italiano e il suo archivio personale, comprensivo di circa 3000 oggetti, tra cui buona parte della sua produzione artistica, carte, materiali e una ricca biblioteca. Questa inestimabile eredità restituisce la figura di un artista poliedrico, impegnato su vari fronti e ambiti di sperimentazione, dalla pittura ai complessi plastici motorumoristi, dalla grafica al teatro, dalla poesia alla comunicazione, dalla lirica ai progetti editoriali. Un creativo alla ricerca dell’arte totale, fermamente convinto che tra un linguaggio e l’altro non esistessero gerarchie.

Dal 21 ottobre 2021, Depero New Depero per la prima volta rende conto di questa storia con una mostra di per sé complessa, perché conterà circa 500 pezzi - tra opere, disegni, manifesti, fotografie, mobili, oggetti, libri e riviste e una decina tra video e film, girati, questi ultimi, negli ultimi 20 anni - realizzati in un arco di tempo che va dal 1917 ai giorni nostri e dedicati all’artista. Saranno esposti per la prima volta circa 200 volumi pubblicati dal Mart, le opere in buxus appena restaurate, gli oggetti e i mobili di quegli artisti e designer che a Depero si sono ispirati, le ricostruzioni storiche.

Non una mostra antologica, ma una riflessione su quanto il Mart ha realizzato dal 1990 ad oggi sull’artista, e che permetterà al pubblico di ammirare opere anche poco conosciute e ricostruzioni di molti suoi lavori specie per il teatro. Come la scenografia di “Le chant du rossignol” del 1916. Sarà l’occasione di vedere radunati i famosi arazzi (che hanno un’altezza di circa 5 metri) e per la prima volta si potrà ammirare il buxus “Energia”, oggetto di un lungo e complesso restauro della Fondazione Centro Conservazione e Restauro dei Beni Culturali La Venaria Reale. L’allestimento, curato dallo Studio Baldessari e Baldessari, punta ad esaltare il dialogo ideale tra Depero e il Mart mettendo in relazione l’artista con lo spazio che lo accoglie. In un gioco tra negativo/positivo, i volumi geometrici dei lucernai disegnati da Botta diventano “impronte” i cui colori sono ricavati dai pantoni di alcune opere deperiane. Sotto un soffitto che vuole essere un arazzo contemporaneo, il percorso della mostra si snoda, scenografico, tra 5 sezioni: Introduzione, Ricostruzioni, Effetto Depero, America, Museo, Con-servazione/Educazione.

E una seconda significativa mostra sarà proposta dal Mart a partire dal 18 dicembre fino al 18 aprile 2022: Canova tra innocenza e peccato. Antonio Canova ha incarnato, con le sue sculture, l’ideale di una bellezza eterna, fondata su principi di armonia, misura, equilibrio, affermandosi come massimo esponente del Neoclassicismo italiano. Erede della perfezione della scultura greca, ha allo stesso tempo saputo interpretare le istanze di un’epoca inquieta, a cavallo tra due secoli, dominata dall’Impero napoleonico. La sua ricerca, ricca di rimandi al passato, si apre così al futuro, lasciando in eredità un ideale estetico che continua a vivere fino a oggi. La mostra Canova tra innocenza e peccato, ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia, indaga come questa eredità abbia influenzato i linguaggi artistici contemporanei, quello di Costantin Brancusi per esempio, nella ricerca di un concetto di bellezza che trova declinazioni diverse  ̶  dalla fotografia alle esperienze scultoree più recenti  ̶  fino a venire talvolta negato in maniera radicale. La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno.

Informazioni: www.mart.trento.it

 

AL MUSE

Il 4 ottobre 2021 al MUSE è stata inaugurata la nuova Galleria della Sostenibilità, uno spazio espositivo di 400 metri quadri completamente riallestito. L'esposizione affronta i principali motori del cambiamento globale in atto, dalla questione climatica alla perdita di biodiversità, dall'aumento della popolazione alla lotta alle disuguaglianze sociali, esplorando i molteplici futuri - possibili, probabili e desiderabili - con la consapevolezza che la cultura può aiutarci a capire che le nostre sfide - come cittadini di una comunità globale - sono profondamente interconnesse. A completare gli exhibit, alcune interviste intergenerazionali e una selezione di casi concreti di ricerca e sviluppo, esperienze produttive e imprenditoriali che raccontano come anche il settore privato si stia muovendo verso modelli più sostenibili.

Sempre a cura del MUSE, nel vicino Palazzo delle Albere, dal 22 ottobre 2021 e fino al 1 maggio 2022 si espone Selvatici e salvifici: gli animali di Mario Rigoni Stern, a cura di Fiorenzo Degasperi e Giuseppe Mendicino. Una mostra dedicata agli animali raccontati dal grande narratore dell’Altipiano dei Sette Comuni attraverso storie realistiche e commoventi sugli animali selvatici, la caccia e il mondo dei cacciatori come parte integrante di una storia della montagna alpina. Un mondo anch’esso, come quello degli altri alpigiani, denso di fatiche, silenzi e conoscenze.

Il viaggio meraviglioso. Dialogo tra Scienza e Filosofia, è invece, il titolo della mostra che a partire dal 18 novembre, sempre a Palazzo delle Albere, affronta il significato e lo sviluppo del rapporto tra scienza e filosofia attraverso un percorso espositivo multimediale. Il visitatore sarà invitato a un viaggio nella storia del pensiero occidentale, scandito in sei momenti: il mito, la nascita della filosofia, il rapporto tra fede e scienza, l’umanesimo, l’origine della scienza moderna, il cosmo alla luce della ricerca scientifica contemporanea. Informazioni: www.muse.it

 

ALLE GALLERIE
Fino al 31 dicembre 2022 Le Gallerie di Piedicastello ospitano la messa in scena di 200 anni di storia europea: non una mostra o un percorso espositivo tradizionale, ma uno “spettacolo”. La narrazione, progettata con i criteri di un racconto immersivo, percorre un arco temporale che va dalla prima metà dell’800 fino alla fine del secolo scorso, toccando alcuni dei principali momenti che hanno scandito la storia negli ultimi 200 anni. Il racconto si organizza in unità narrative che seguono un codice binario. Da una parte, la vicenda paradigmatica degli Jülg, una famiglia di tradizione mitteleuropea che incrocia la storia del Trentino. Dall’altra, in contrappunto, le voci di persone comuni e altri protagonisti della storia, i cui percorsi biografici emergono attraverso lettere, diari e documenti.
Informazioni: http://museostorico.it/index.php/Mostre/Spettacolo

 

AL MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO

Fino al 10 dicembre 2021 le sale del piano terra del Museo Diocesano ospiteranno la mostra Anna, la madre di Maria. Culto e iconografia nel Tirolo storico, curata da Alessandra Galizzi Kroegel e Stefanie Paulmichl. L’esposizione, che nasce da un progetto di ricerca dell’Università di Trento, intende illustrare l’evoluzione del culto e dell’iconografia di Sant’Anna fra il XV e il XVIII secolo, concentrandosi sul territorio che oggi va dall'Austria meridionale al Trentino. Il culto della Santa, madre della Vergine Maria e nonna di Gesù, conobbe il suo apice tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, soprattutto nei paesi germanofoni, incluso il Tirolo storico, dove la santa fu patrona delle famiglie dell’alta borghesia così come di orefici, tessitori, falegnami e minatori. La sua figura, inoltre, costituì un importante punto di riferimento per la popolazione femminile. Dopo il Concilio di Trento, in un clima di generale ridimensionamento del culto dei santi di origine più o meno leggendaria, la venerazione per Sant’Anna diminuì progressivamente in tutta Europa e la sua raffigurazione divenne oggetto di una serie di interessanti “correzioni” tese a eliminare qualsiasi sospetto di scarsa ortodossia. Una evoluzione teologica e culturale documentata in modo esemplare nelle modifiche che l'iconografia di Sant’Anna subì dalla seconda metà del XV secolo al XVIII secolo, arco di tempo coperto dalla mostra con circa trenta opere d'arte tra dipinti, sculture, incisioni e fotografie. Informazioni: www.museodiocesanotridentino.it


AL MUSEO LADINO DI FASSA

Il 2021 è l’anno delle celebrazioni dei 20 anni della nuova sede del Museo Ladino e dei 40 anni della Biblioteca ora dedicata a Padre Frumenzio Ghetta. Un’occasione unica per provare a immaginare un’idea di cultura ladina fatta di maggiore condivisione e interazione con il territorio, con un programma ricco di attività dedicate a tutti. La mostra Mie Museo. Arpejon per l davegnir / Per ereditare il futuro, visitabile fino al 15 aprile 2022, è la prima esposizione dedicata al lavoro di ricerca e raccolta svolto negli anni per la salvaguardia della cultura ladina; un lavoro comunitario segnato da date e volti di persone che hanno voluto lasciare alle nuove generazioni un tesoro di inestimabile valore. Una mostra sviluppata su una linea temporale dove passato, presente e futuro diventano espressione nitida di quello che è stato, che è e che sarà il Museo Ladino di Fassa, dove oggetti, immagini, oralità e tradizioni concorrono alla creazione di un’identità che merita d’essere ricordata e soprattutto tramandata. La mostra è un ponte con il passato per far capire come molte persone abbiano saputo raccogliere un vero e proprio patrimonio culturale, attraverso idee e scelte che si sono rivelate lungimiranti. Strutturata in un percorso lineare e tematico al tempo stesso, la mostra culmina con un mosaico di volti e voci che racconta cosa significhi sentirsi ladini oggi, un’installazione dedicata alla percezione del museo e alle aspettative per il futuro, a cui tutti sono chiamati a collaborare attivamente. Informazioni: www.istladin.net



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