Azienda Agricola Redondèl di Paolo Zanini

Faccio vino perché a nove anni mio padre mi svegliava all'alba per accompagnarlo nelle vigne.

Azienda Agricola Redondèl di Paolo Zanini

Faccio vino perché solo a quattordici - sotto l'occhio di papà o dei collaboratori anziani - ho compiuto le prime potature: ed è stata gioia, come i regali la mattina di Natale.
Faccio vino perché non saprei fare altro e ne vado orgoglioso; quando sono tra le mie vigne mi sento a casa, più di quando lo sono in realtà.
Faccio vino perché papà mi ha cresciuto per far ciò: lui - anche commerciante di equini (perché il valore del vino che spediva in Austria spesso gli veniva corrisposto in cavalli) - sapeva che, tra le due cose, la prima avrebbe avuto un futuro.
Faccio vino perché "a parlare si fa presto"... ma io preferisco tacere e far parlare lui, da sempre unico responsabile di una loquace sincerità.
Faccio vino per mio padre, che dal cielo mi segue come un angelo e per mia madre, che qui in terra mi accudisce come io faccio con le mie vigne.
Faccio vino perché Mara - mia compagna e futura sposa - crede in me.
Faccio vino perché riconosco che il poterlo fare è un dono del cielo e poterlo conoscere e provare a migliorare di anno in anno è un privilegio a cui non posso rinunciare.
Faccio vino per il fine ultimo di poterlo condividere con gli ospiti della mia cantina e con quelli che, bevendolo, anche da lontano aprono un sottile e benvenuto dialogo.
Faccio vino perché amo la natura, ne rispetto i ritmi e i limiti e le sono grato per esser sempre così generosa nonostante tutto il rispetto che - mio malgrado - le facciamo mancare.
Faccio vino perché in cantina l'unica alchimia possibile è quella che le energie del cielo e della terra attuano, e nulla più.
 
VINI PRODOTTI:
“assolto”, teroldego rotaliano d.o.c.
Assolto... la mia idea di vino rosato.
Gli acini pigiati rimangono solo poche ore a contatto con il proprio mosto, per poi esser assolti dal loro compito lasciando al futuro vino solo i sentori più leggeri e fragranti di fragola, di petali rossi e rosa. Di moderata gradazione, sempre fresco d'annata, si lascia convincere da ogni pietanza a desinar con lui: un vero gentilvino d'altri tempi.

“dannato”, teroldego rotaliano d.o.c.

Dannato... senza alcun dubbio!
Dodici mesi di affinamento in bottiglia prima del mercato. Trova il proprio destino nel disegno astrale. Anno dopo anno, sempre diverso, ad ogni sorso, ad ogni bottiglia.
Tentato nella “Via naturale", come gli altri suoi confratelli, si distingue per l'armonia del tessuto, il nerbo deciso, persistente e l'acidità vigorosa e ben accordata.

“beatome”, teroldego i.g.t. vigneti delle dolomiti

Beatome... che posso fare il contadino e accudire le viti che erano di mio nonno.
Non DOC per seguire un mio rigore produttivo al di là d'ogni disciplinare imposto.
Vino longevo per attitudine. Dal tappo al fondo di bottiglia, dal primo istante all'ultimo goccio di giorni dopo, saprà sempre dedicarvi tutto se stesso, se voi farete altrettanto con lui.
 

Altre info utili per mangiare e bere nelle vicinanze